Durante il tempo d’una corsa
nel fìnegiórno
l’orizzonte rotto da vuoto ammezzo
fatto come due stecchi lasciati al caso
alla corrente
l’occaso al sole quale fuoco e pace a manorècta
e il cumulo di nube all’altra mano
a manoshtànca
qual fumo d’encendio incidere il tramonto
E piano
il buio che ci chiude gli occhi
al riconoscer d’ogni cosa
e primis a ciò che ci si tròv’accànto
dove c’insegue di sorriso in sorriso
l’àveatquevàle che sorride a vita
(Poesia tratta dalla raccolta "La luce, lo specchio",
autopubblicata come samizdat nel 2005 e richiedibile all'autore)
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