Vecchio mio
d'estate e d'autunno
il susseguir rendi come un orologio:
ogni secondo così s'alterna
e la nobile nuvola piove su me.
Il cielo così si spegne
e tu spegni il mio essere nei ricordi;
la mano alzata è trattenuta da catene
l'urlo di Leonida smorzato da frecce
che tu, vecchio mio,
conficchi nella mia testa.
Ebbene l'uomo ribelle
che promuove sconfinata libertà
cela e ignora il limite dell'umanità:
il desiderio appaga, forse
quei sensi dal tatto sfuggente
appaga, forse anche il tuo corpo
ma torna la notte inesorabile
e l'alba diventa dubbio.
-Nando-
13/11/15
9:50 pm
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