Piccolo Dio dal sapor nocciola,
con quegli occhi e quella pelle, nocciola
e il ciuffo nero di capelli, certo lunghi,
ad esaltare il candido sorriso,
così immortale per noi così immorali.
Fuggito dalla Strage degli Innocenti
tra bombe e sciabole, nebbia e
cadaveri sgozzati, hai varcato il confine
e ora cresci, in un campo profughi
in Libano o Egitto, che importa!
Tra migliaia di altre e simili anime
ti manca tanto la tua scuola,
bombardata, eri il più bravo,
in matematica e qui impasti terra
arida eppur fangosa.
Con i sassi costruisci l'impalcatura
di quelle case che edificherai un giorno,
per quelli che non hanno sonno.
Padre nostro, che sei nei Cieli,
chè tua madre non crede ancora
che catturato, torturato, morto,
infine, sia, tuo padre e un giorno
lo vedrai forse, tornare.
Trovi ancora la forza di giocare,
ma non quella di piangere.
Il primo Verbo che pronunci
se pensi alla Siria é " Mamma",
tu, Dolceamaro Dio.
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