Pubblicato il 22/11/2015 07:07:09
Un cerchio di tempo piange nudo su un sasso dietro germogli di acacia sul dorso di giorni brutali. Così si va avanti senza camminare dentro la notte che non ha più confini. Solo tronchi senza tenerezze. La distanza è un vento che tuona, si ripiega verso quel centro [questo vuoto al cuore] non è oblio estraneo ad ogni gesto diviene spazio se percorre ogni foresta per secoli fino all’alba di tutte le stagioni. Un filo d’innocenza alla fine ci raggiunge l’infinito. E c’è che l’aria si piega sulle labbra… © Maria Allo
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