Pubblicato il 16/11/2015 17:20:06
C’è un che di assurdo nelle mie parole austere e scarmigliate; un volo senza rete un disperato traguardo di giorni senza mete.
Caracollano flebili e s’arrestano frementi in sillabe sfuocate: trovano intonso spazio nell’angusto pensiero ormai privo di ratio.
Affastellate in mazzi si rincorrono grevi; poi tra concavi specchi si nascondono schive.
Scrive sempre il [poeta] l’amore che non vive.
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