Pubblicato il 27/10/2017 15:53:47
ARIEL Sylvia Plath (il 27 ottobre 1932 nasceva a Boston Sylvia Plath)
Stasis in darkness. Then the substanceless blue Pour of tor and distances.
God’s lioness, How one we grow, Pivot of heels and knees!—The furrow
Splits and passes, sister to The brown arc Of the neck I cannot catch,
Nigger-eye Berries cast dark Hooks—
Black sweet blood mouthfuls, Shadows. Something else
Hauls me through air— Thighs, hair; Flakes from my heels.
White Godiva, I unpeel— Dead hands, dead stringencies.
And now I Foam to wheat, a glitter of seas. The child’s cry
Melts in the wall. And I Am the arrow,
The dew that flies Suicidal, at one with the drive Into the red
Eye, the cauldron of morning.
('Fifteen Poems from Ariel' )
ARIEL traduzione di Giovanni Giudici
Stasi nel buio. Poi l’immateriale blu Cola su cime e distanze.
Leonessa di Dio, Come quello ci sentiamo, Fulcro di talloni e ginocchia! – Ma il solco
Si apre e separa, fratello A quel brunastro arco Del suo collo fuori tocco,
Mentre occhioni negri, Le more, distendono Lacciuoli scuri,
Boccate di sangue dolce e nero, Eppero’ inconsistenti. Ancora quello
Mi sbatte su nell’aria, Cosce, capelli; Freni dai calcagni.
Bianca Godiva, sono qui pura – Morte le mani, morti i patemi.
E adesso Schiumo al grano, luccico ai mari. Il pianto del neonato
Si perde nel suo suono. Ed io Sono la freccia,
La rugiada che trasmuta Suicida, piena nella vampa Del rossastro
Astro braciere del mattino.
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