Io scrivo poesie perché la realtà m’investe e non mi basta.
Io scrivo poesie perché ho il cuore camuffato di parole che la mia bocca non sa dire.
Io scrivo poesie perché ho male ovunque.
Io scrivo poesie perché la fauna e la flora non mi saziano.
Io scrivo poesie perché i lupi inseguirono la nostra innocenza* e Dio la sua.
Io scrivo poesie perché l’amore mi devasta il petto e le mutande e il lobo dell’insula.
Io scrivo poesie perché è l’eternità ad appassionarmi.
Io scrivo poesie perché il silenzio mi è parente.
Io scrivo poesie perché i farmaci non mi convincono molto.
Io scrivo poesie perché altrimenti dovrei scegliere tra romanzi: gialli, rosa, satirici, comici, politici, culinari, biografici, saggistici, teatrali, storici, ambientalistici, ideologici; e non ne ho voglia.
Io scrivo poesie perché m’interessano i temi sopra elencati, ma in versi e senza troppi gialli o la Parodi, figuriamoci Moccia o Fabio Volo.
Io scrivo poesie perché ho una tenerezza, un calore, una dolcezza, un’attenzione, una cura, un’amorevolezza incommensurabili, ingestibili, modellabili, difettosi, condivisibili.
Io scrivo poesie perché l’Amazzonia, il gufo, i Sigur Ròs, l’Africa, le cartine geografiche, il firmamento, Tu, il pianto della chitarra**, Hopper, le nuvole sono poesia.
Io scrivo poesie perché la rivoluzione nasce da una scintilla e un urlo non è altro che una ferita sulla lingua.
Io scrivo poesie perché mi stupiscono le farfalle che escono dal mio portafoglio – le ammiro; non me ne vergogno.
Io scrivo poesie perché apprezzo la nostalgia.
Io scrivo poesie perché i cellulari non sono Walt Whitman.
Io scrivo poesie perché saprai che non t’amo e che t’amo***, in un ripetersi di versi scombussolati e indistruttibili.
Io scrivo poesie perché mi fa orrore il pagliaccio del Mc Donald, il nero fiume del Delta del Niger, la foca sulla vecchia signora, il sorriso di Kim Jong-un, la stupidità di Scientology, la nebbia omicida a Pechino.
Io scrivo poesie perché, anche se stritola le ossa, lo stomaco e le tempie, mi libera come marzo dall’incubo di febbraio.
Io scrivo poesie perché da lì nasce la perfezione, forse per un solo attimo, mentre muore, concludendosi come un crepuscolo, a dispetto di tutti i Baci Perugina messi insieme.
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