PRESENZA DEL MALIGNO?
Apri la porta e vattene
non c’è rimpianto che tenga
suono che rimargini ferite
dal centro di questo mondo
da cui evocasti il tuo incubo
e la sua voce è voce di ghiaccio
tempo perso
a fissarsi nello specchio
È una porta
ciò che chiami “oggi”
e un demone t’incalza alle spalle
con quella voce sua di ghiaccio
sa prevedere ogni tuo gesto
? Immagini quale punizione t’attende
Ci sono queste nuvole grigie
che s’innalzano dietro gli alberi
di un centro-città qualunque
il tuo occhio vi rimane appeso
mentre le tue mani strisciano
alla ricerca del poco tempo rimasto
per ottenere una risposta su “giusto e sbagliato”
sei disposto a pregare
? ma cos’hai appreso finora
dalle spade che altri tengono in mano
Fuori da quella porta
c’è qualcuno che canta
? chi altro può essere
se non la tua ombra
Il lato più imbarazzante della tua esistenza
del resto
è stata proprio la tua capacità
di vedere oltre la superficie delle cose
senza poi prestarti alcun ascolto
Pertanto
senza più scelta
volgiti via
il peso delle tue colpe sui tuoi calcagni
e non un gesto di rimorso
a scaldarti il cuore nella rincorsa
Io sarò là
ad aspettarti appena fuori
(Poesia tratta dalla raccolta autoprodotta “Opera al nero”, disponibile presso l’autore)
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