Pubblicato il 27/09/2015 14:48:19
Era l'autunno fragrante di rugiada a colorare nei caldi colori dell'infanzia una mattina.
E' la nostalgia dai passi alati a riportare il cuore in un sospiro sull'Appennino vincendo ogni distanza con gioia bambina.
Si svegliava il paese nel grido delle campane a chiamarsi in lontananza da colle a colle nella quiete ottobrina con voce d'argento.
E dalle alture ombreggiate di cipressi e querce alla valle lungo la passeggiata verso il convento stormivano nella carezza dei ricordi gli ulivi al vento.
Si perdeva lo sguardo nel panorama d'infinita dolcezza nel turbine di foglie gialle.
Se chiudo gli occhi rivedo tutto in un momento oltre le nebbie del tempo dai bastioni inespugnabili della tristezza.
Profumava l'aria del pane appena sfornato e sbuffava allegro un comignolo. Tra le vie del borgo la quiete era scandita dai passi carichi di ricordi di un'anziana sul selciato.
Troppe stagioni ormai sono trascorse ed il camino dell'antica casa giace spento,ormai in abbandono. Chi l'abitava ora riposa in cima al colle in un silenzio di preghiera confortato.
Ma nel volo della memoria quel tempo fanciullo in un incanto senza ombra è ridestato.
Lo specchio della solitudine riverbera nell'empito tutto ciò che ho amato e riflette in un sorriso lontano la bambina di allora rimasta sui radiosi sentieri dell'Appennino e la donna che ricorda ancora come fosse ieri nella nostalgia autunnale di un mattino.
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