Pubblicato il 16/09/2015 09:59:52
La lunga cicatrice trasversale che una freccia degli indiani, ci raccontavi, ti aveva procurato; quando mi nascondesti dentro una valigia in cima all'armadio; la sdraio in terrazza dove ti mettevi per fare il portiere e il fischio del pallone che precipitava dal quinto piano! Le colazioni succulente della domenica, la felicità il sabato di correre all'uscita di scuola con quel grande album da disegno e il lunghissimo righello, perchè eri tornato e ci venivi tu a prendere. Il giorno dopo, la sera, ripartivi e canticchiavi la tua canzone preferita:" ...ogni volta, ogni volta che torno, non vorrei non vorrei più partir...pagherei tutto l'oro del mondo se potessi restarmene qui!"...Dio quanto stonavi, stonato pure l'orecchio, tanto che non te ne rendevi conto! BABBO! Il pizzetto e i capelli si sono fatti tutti bianchi e stai cercando di buttar giù la tua mitica pancia... quando ti abbracciavo vi affondavo la guancia! I tuoi occhi riuscivi a farli severi grazie alle tue folte sopracciglia, ma non sono mai stati cattivi! Di peccati, e chissà se come tutti li avrai commessi, per me non ne hai, se non forse quando telefonavi e mi chiedevi di passarti la mamma senza chiedermi :" Come stai?".
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