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Brevi racconti di viaggio

di Franco Bonvini
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Pubblicato il 28/12/2016 23:57:54

Più che viaggi, avventure.
Avventure di lavoro, se così si può chiamare il suonare in balere divertendosi.
Non ho mai capito perchè gli impresari di Milano ci mandassero a Bellinzona, o sulle rive del lago di Como o ancora in uno sperduto paesino di 4 stalle e un night in Valtellina, in quel di Sondrio.
Mentre qui a Milano suonavano gruppi di Bellinzona, o Comaschi, o della Valtellina.

 

Però stava anche lì il bello, caricare il vecchio fiat 850 e il mio dyane riempiendo con cura tutto lo spazio, chè non bastava mai.
I pezzi più fragili sopra, per ultimo, e l' ultimo da caricare era il mixer con eco a nastro, per le voci. Nell' attesa lo appoggiavamo sul tettuccio del dyane, si incastrava cosi bene tra le sbarre della capote che sprofondava nella tela e quasi spariva alla vista.
Tanto che a Bellinzona era ancora lì.
Le chitarre invece in cabina, a mano, non tanto per una cantata ma perchè i foderi, sotto a tutti gli strumenti all' andata erano pieni di bottiglie di whisky.. per il gestore del locale e al ritorno di sigarette e cioccolata.
Il vecchio 850 protestava per tutto quel carico e ogni tanto dava di testa esigendo continui rabbocchi al radiatore. Forse gli piaceva l' acqua delle fonti svizzere.

 

Quando si andava sul lago invece il viaggio era molto più piacevole, un pò per la vista, un pò per i caratteristici paesini da attraversare e un pò anche per quel tratto coi paracarri in plastica, quelli bianchi, coi catarifrangenti che facevano un bel rumore sul fondo del pulmino.. tipo cartolina tra i raggi della bicicletta.
Anche la cena, prima di suonare, era molto meglio di quelle svizzere. Pizzoccheri, polenta e formaggi del posto.
E alla fine si poteva uscire a guardar le stelle. Nel lago e sopra il lago. E a sentire i sassi della spiaggia sulla schiena.

 

Della Valtellina ricordo il freddo invece, erano i tempi dell' austerity, niente macchine sabato e domenica così si partiva il venerdì e si tornava il lunedì, giusto in tempo per andare a lavorare.
Vitto e alloggio compreso nel prezzo anche se non erano dei migliori, presso un contadino del posto che faceva una specie di brodaglia coi polmoni di maiale o la trippa.
Lì la nebbia era bianca, come la neve.
A proposito di Bianca.. abitava nel paesino di fronte, dall' altra parte della vallata. A Giuseppe, il cantante, doveva piacere molto la matematica perchè tornava sempre in ritardo quando andava da lei costringendoci a fare qualche pezzo strumentale o improvvisato e si giustificava dicendo che sapeva di quei numeri...

Comunque son sopravissuto e sopravviverò.


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