Pubblicato il 22/03/2008
Siedo al vecchio scrittoio e mi sento al mio posto macchie di tazze da the e ombre di oggetti perduti. Il sole ha trasferito sul legno segni di vite vissute. Come una sindone. Un bisnonno mi ha accolto per la tenerezza dei neonati e per lo stesso nome che la sorte ci ha assegnato. Ho in dote questo legno per un destino che suona come un' eco guardiano di un simulacro da consegnare a braccia più forti quando verrà il momento. Del vecchio Attilio conservo la macchina dei sogni e dei pensieri. Qualcuno si legge controluce sul piano da lavoro troppo impresso nell'animo e sulla carta. Gli altri sono scivolati via e hanno lasciato tracce più profonde. Lo scrittoio cigola sulle gambe a cipolla e i suoi cassetti sono pieni di oggetti e ricordi da conservare. Come le tasche del bisnonno Attilio.
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