Quell'esserino, che guizzava veloce verso il fondo per poi risalire piroettando in superficie, era, nonostante l'aspetto, diverso da ogni altro pesciolino rosso.
Non so dire quando mi resi conto di ciò. Però accadde.
Forse era estate. O forse no. Non è importante.
Ci sono cose che succedono e non hanno stagione.
L'essenziale è che succedano.
So bene che è difficile guardare oltre l'apparenza. Eppure, si può. Basta cercare.
E fu proprio quel pesciolino rosso a insegnarmelo.
Tutto merito suo e di una parola. Non vi dirò di che parola si tratta. Non esistono parole uguali per tutti. Ciascuno ha le proprie e, come la vita, anch'esse cambiano secondo l'uso che se ne fa.
La parola che mi legò, e mi lega, a quell'esserino è una parola semplice. Dirò solo che non è un tempo coniugato al passato. E neppure al presente.
Di sicuro, una breve voce declinata al futuro.
Già, il futuro.
Non rammento più come lo immaginavo da piccola. So comunque che, come avviene con le parole, ognuno ha il suo. E lo si può cambiare.
Basta volere.
Il pesciolino rosso me lo regalò un bambino al luna park. Lo aveva vinto.
"Prendilo, prendilo tu" mi disse, sorridendo.
Non ricordo che stagione fosse, e perché mi trovassi lì. L'ho dimenticato.
Ma ci sono cose che succedono e restano per sempre.
Perfino se non hanno stagione.
Come quel bambino e il suo pesciolino rosso.
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