:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Proposta_Articolo
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 1400 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Wed Nov 20 04:30:11 UTC+0100 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Il coraggio dello scrittore

Argomento: Letteratura

Articolo di Julio Monteiro Martins 

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 15/01/2013 17:26:01

Il coraggio, insieme alla compassione, è forse la qualità più essenziale per uno scrittore “di lungo corso”. Ma attenzione, il coraggio dello scrittore può non somigliare all’immagine stereotipata del coraggio. Quello celebrato nei film di avventura è il coraggio “acuto”, l’impulso repentino di fuggire verso il nemico al posto di fuggire dal nemico, un superamento esplosivo di se stesso e dei propri terrori. Il coraggio richiesto dallo scrittore invece è una sorta di coraggio “cronico”, uno “stato di coraggio” persistente, quotidiano, discreto e non sempre riconoscibile. Non un’effimera vittoria sui propri limiti ma una modalità stabile dell’essere, la conquista definitiva di un territorio che non conosce limiti.
Questa condizione deve sopraggiungere perché la scelta di fare lo scrittore come vita, mestiere e vocazione comporterà inevitabilmente una serie di sfide al sistema sociale e culturale, per cui bisogna essere preparati. Il fatto è che le sfide prima o poi provocano una reazione severa, che occorre affrontare. La prima sfida è quella di ordine personale ed esistenziale. Dichiarare di voler fare lo scrittore è spesso interpretato come un atto di presunzione, come una voglia di prendere distanze dalla normale convivenza, come qualcuno che, magari senza meriti, decide di giungere alla sommità del monte Olimpo con le proprie gambe.
La seconda grande sfida, anch’essa personale, è di natura psicologica. Lo scrittore deve affrontare, riconoscere e poi convivere con i fantasmi del proprio inconscio. Lo dobbiamo fare tutti, è vero, ma lo scrittore non prova ad arginare o a reprimere gli esseri che emergono dalle zone ombrose dello spirito, ma li convoca, li invita a manifestarsi e instaura con loro un vero dialogo. Molti di questi fantasmi, con le loro pulsioni selvagge, saranno più avanti metabolizzati nelle caratteristiche di certi personaggi.
C’è anche, e forse soprattutto, la sfida morale, sociale e politica. Il coraggio di Brecht, di Lorca, di Primo Levi, di Mishima, di Jack London. Il coraggio del dissidente e del rivoluzionario. La sfida frontale alle patologie del sistema o al sistema stesso. Lo smascheramento delle illusioni, dei meccanismi che fabbricano il consenso e delle ipocrisie che sostengono i privilegi e le ingiustizie. Le reazioni a queste sfide sono le più violente, e spaziano dall’esclusione editoriale, dalla derisione pubblica e dall’oblio mediatico alla prigione e in alcuni casi alla tortura e alla morte.
E in ultimo c’è una particolare forma di sfida all’interno della letteratura stessa, la sfida alla forma e alla struttura tradizionale. Osare raccontare in modo originale, inventivo, sorprendente e sovversivo delle regole, non per trasgressione fine a se stessa ma per cercare una nuovissima e più efficace forma del narrare in sintonia con le trasformazioni della sensibilità del nostro tempo. Anche questo genere di sfida suscita spesso reazioni tutt’altro che morbide e pacate.
Questo “stato di coraggio permanente” richiesto allo scrittore può essere raggiunto solo da una piena consapevolezza del suo ruolo, da un “nocciolo duro” morale che si coagula lungo gli anni a partire dalla costatazione che se certe cose non le dice uno scrittore, non ci sarà proprio nessun’altro a dirle.

(tratto da "Sagarana", editoriale N. 50, gennaio 2013)

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Andrea Piccinelli, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

Andrea Piccinelli, nella sezione Proposta_Articolo, ha pubblicato anche:

:: [ Politica ] La base della sinistra è fatta di.... , di Aldo Giannuli (Pubblicato il 04/02/2014 12:24:33 - visite: 1149) »

:: [ Poesia ] Il poeta , di Pino Corbo (Pubblicato il 15/11/2012 17:12:37 - visite: 1407) »

:: [ Cultura ] Il potere e la parola. Intervista a Goffredo Fofi , di Goffredo Fofi (Pubblicato il 30/08/2012 14:29:31 - visite: 1279) »