Pubblicato il 26/03/2019 19:01:14
CinEuropa News - i nuovi film in concorso
Bentornato Presidente di Camillo De Marco 26/03/2019 - Il sequel di Benvenuto Presidente! segna il ritorno di Claudio Bisio nei panni dell’improbabile premier di un governo che è la copia di quello attualmente in carica.
Un uomo che vive in montagna, un po’ naïf e dal nome impegnativo, Giuseppe Garibaldi, che per errore diventa Presidente della Repubblica. L’idea di Benvenuto Presidente! [+] di Riccardi Milani funzionava e nel 2013 il film interpretato da Claudio Bisio ottenne tre candidature ai Nastri d'Argento, una agli European Film Awards e 8,5 milioni di euro al box office. Sei anni dopo Bisio veste ancora i panni di Garibaldi nel sequel Bentornato Presidente, diretto da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, ma questa volta per diventare improbabile premier di un governo guidato da due partiti populisti, che è l’esatta copia di quello reale. Tornato, alla fine del primo film, nelle amati valli innevate dopo sei mesi di presidenza, assieme alla moglie Janis (Sarah Felberbaum), conosciuta al Quirinale, Giuseppe detto Peppino ha ora una bella bambina che ha chiamato Guevara (come il Che) e si dedica alle sue due passioni: la pesca e la raccolta di funghi porcini. Janis però scalpita per tornare alla vita politica (“mi sento come in una boccia di vetro con la neve”) e così molla il marito e torna al Roma a lavorare per il nuovo Presidente (Antonio Petrocelli), portando con se la figlia. Il puro Peppino, che di politica non vuol sentire nemmeno parlare, per riconquistare l’amore della sua donna è così costretto a tornare nella capitale (ma il film è girato a Torino) , dove due giovani giornalisti free lance lo riportano alla notorietà. Tanto che i due leader politici che hanno vinto le elezioni lo individuano come possibile presidente del Consiglio da manovrare come un burattino. Mentre nel primo film c'era la dittatura dei sondaggi, in questa sorta di instant-movie c’è invece quella dei social: i due politici al potere, Teodoro Guerriero (Paolo Calabresi) di Precedenza Italia e Danilo Stella (Guglielmo Poggi) del Movimento Candidi - che sono i cloni degli attuali ministro dell’Interno e vicepremier - muovono la macchina del consenso esclusivamente attraverso Twitter, FB, Instagram e qualsiasi telecamera che sia accesa. I due giovani registi - che hanno esordito al cinema con Metti la nonna in freezer [+] nel 2018 dopo essersi fatti un nome sul web con Inception Berlusconi - e lo sceneggiatore Fabio Bonifacci - che firma anche il soggetto con il produttore Nicola Giuliano - rivolgono la loro satira anche al partito di sinistra all’opposizione, chiuso in congresso permanente a discutere e litigare sul nulla. Con l’aiuto di un ambiguo stratega politico (Pietro Sermonti) Peppino Garibaldi passa al contrattacco, a modo suo, facendo passare una legge che costringe tutti gli italiani a pagare le tasse, in modo da trovare la copertura finanziaria per far davvero funzionare il Paese. La cosa non viene presa troppo bene dai cittadini, e il finale, che potrebbe sembra una lezioncina di morale, nasconde in realtà un sottofinale divertente e non scontato. Gli autori la definiscono giustamente una rappresentazione leggera della politica italiana e della mediocrità degli elettori, un film contro l’odio reciproco che si respira nel Paese, rilanciato costantemente dai social e dai media. Prodotto da Indigo Film e Vision Distribution, in collaborazione con Sky Cinema e Tim Vision, con il contributo di Piemonte Film TV Fund e sostegno di Film Commission Torino Piemonte, Bentornato Presidente arriva nelle sale italiane con Vision il 28 marzo in 500 copie.
FESTIVAL Italia / Irlanda A Roma torna l’Irish Film Festa di Camillo De Marco.
26/03/2019 - Dal 27 al 31 marzo la 12a edizione della rassegna con il meglio del cinema irlandese e un panel dedicato al documentario. Ospite d’onore John Lynch. Torna il meglio del cinema irlandese alla Casa del Cinema di Roma dal 27 al 31 marzo con la 12a edizione dell’Irish Film Festa. Ospite d'onore di IFF sarà l'attore nordirlandese John Lynch, che terrà una masterclass, mentre il film d’apertura è The Drummer and the Keeper [+], premiato come migliore opera prima al Galway Film Fleadh, commedia che racconta l’amicizia improbabile tra un batterista rock con disturbo bipolare e un portiere di 17 anni con la sindrome di Asperger. Il film di Nick Kelly darà il via al programma dei lungometraggi tra cui l’anteprima italiana di Black '47 [+] di Lance Daly, il film irlandese più popolare del 2018 al botteghino. Novità di quest’anno il panel “Isle of Doc”. “Segnaleremo lo stato di salute di un genere, il documentario, che in Irlanda è in indubbia espansione, con opere forti nei contenuti e originali nelle loro molte, varie forme”, commenta il direttore artistico Susanna Pellis. Al panel interverrà il regista e produttore nordirlandese Brendan J. Byrne, direttore artistico della Fine Point Film, sempre più attiva anche a livello internazionale, ad esempio con Gaza [+] di Garry Keane e Andrew McDonell, appena presentato con successo al Sundance Film Festival. Tra i relatori anche il dublinese Frank Berry, che partecipa al festival con un’opera di finzione, il dramma Michael Inside [+], e Seán Murray, filmmaker di Belfast, che presenta Unquiet Graves, con la voce narrante di Stephen Rea, sulla cosiddetta Glenanne Gang, responsabile dell’omicidio di oltre 120 civili innocenti tra il 1972 e il 1978. Tra gli altri documentari proposti al pubblico, The Lonely Battle of Thomas Reid [+] di Feargal Ward, che mostra la battaglia di un irriducibile agricoltore irlandese contro la multinazionale Intel che vorrebbe acquistare i suoi terreni. Il film è stato selezionato dall’IDFA – International Documentary Film Festival di Amsterdam e da HotDocs a Toronto. Il docu-drama The Mam Trasna Murders di Colm Bairéad ricostruisce il brutale omicidio, avvenuto nel 1882, di un’intera famiglia della comunità rurale di Joyce Country, e il successivo processo a Dublino. Tornando ai lungometraggi di finzione in programma, Metal Heart è l’esordio alla regia dell’attore Hugh O’Conor e ha come protagoniste due giovani gemelle molto diverse tra loro: l’insicura Emma (Jordanne Jones) e la disinvolta Chantal (Leah McNamara). Il thriller The Dig [+], diretto dai fratelli nordirlandesi Andy e Ryan Tohill, e interpretato da Moe Dunford e Lorcan Cranitch, ha vinto il premio per il miglior film irlandese al Galway Film Fleadh 2018. Torna poi anche quest’anno il concorso riservato ai cortometraggi. Fuori competizione, sarà proposto in anteprima il corto sperimentale Bog Graffit, del veterano del cinema irlandese Bob Quinn. In chiusura, domenica 31, spazio alle produzioni televisive con Derry Girls, la brillante sit-com nordirlandese creata da Lisa McGee e andata in onda con grande successo su Channel 4.
Tante competizioni e Focus nordico al BIFFF di Aurore Engelen.
22/03/2019 - La 37ma edizione del festival di Bruxelles sarà ancora una volta abbondante con circa 100 film in programma, tra cui una dozzina di film europei in lizza per il Méliès d'argento. The 37th Brussels International Fantastic, Fantasy, Thriller and Science Fiction Film Festival will unspool from 9-21 April, and as usual, it will have a jam-packed programme that is sure to delight viewers hungry for genre films that will get their adrenaline pumping (and their blood spurting). Almost 100 movies will be presented to audiences, including several eagerly awaited titles, such as Hellboy, Greta [+], the new effort by Neil Jordan, starring Isabelle Huppert, and Iron Sky 2: The Coming Race [+] by Timo Vuorensola. The International Competition includes just one European flick, Ireland’s Extra Ordinary by Mike Ahern and Enda Loughman. However, the festival also organises a European Competition, at the end of which a Silver Méliès is handed out. This section includes the Spanish film 7 Reasons to Run Away (from Society) [+] by Esteve Soler, Gerard Quinto and David Torras, starring a top-notch cast (Sergi Lopez, Lola Dueñas, Emma Suarez and Francesca Orella), and I Am Back [+] by Luca Miniero (Italy), a loose adaptation of the Timur Vermes novel Look Who’s Back, which imagines what it would be like if Hitler were brought back to life, with the central character here changed to Mussolini. Meanwhile, there is a dictator “based on a true story” featured in Iron Sky 2: The Coming Race (a co-production between Germany, Finland and Belgium). Also battling it out are The Room by France’s Christian Volckman (France/Luxembourg/Belgium), which is being world-premiered at the gathering, and The Sonata by Andrew Desmond. For a change, a Belgian film will be taking part in the competition and is also set to have its world premiere: Play or Die by Jacques Kluger, an adaptation of a thriller by popular author Frank Thilliez. As is often the case, Nordic thrillers will take the lion’s share of the selection. There are three of them this year: Finale by Soren Juul Petersen (Denmark), The Unthinkable [+] by Swedish collective Crazy Pictures (which won three awards at the Gérardmer Fantasy Film Festival) and Zoo by Antonio Tublen (Denmark/Sweden). They will be at the core of the Nordic Focus that has been rustled up by the festival, which aims to shine a spotlight on the sheer vitality of the genre-film industry of the Scandinavian countries.
Bas Devos • Regista di Hellhole "Il bisogno di trovare una casa è ciò che ci lega; è una parte forte della nostra storia condivisa" di Hugo Amoedo 20/03/2019 - Abbiamo incontrato il filmmaker belga Bas Devos per parlare del suo secondo film, Hellhole, che uscirà nei cinema belgi il 20 marzo. Nel suo premiato lungometraggio d’esordio, Violet [+], Bas Devos raccontava la storia di un giovane che non riusciva ad affrontare il suo stato di shock dopo aver assistito all'omicidio di un amico. In Hellhole [+], il regista traspone questo stato di confusione a una città, Bruxelles, dove gli abitanti non sono in grado di capire o comunicare come si sentono dopo gli attentati del 22 marzo 2016. Cineuropa: Come è arrivato a tracciare questo ritratto della città, e perché il momento successivo agli attacchi è stato il momento perfetto per farlo? Bas Devos: Avevo lavorato in modo chiaro sulla sceneggiatura di questo film, molto prima che gli attacchi fossero eseguiti. Era una storia priva di dramma e trauma su come queste persone abitano lo stesso spazio, ma non necessariamente condividono molto, in una città come Bruxelles, che è così complessa. Quando gli attacchi sono avvenuti, ero sotto shock; non potevo ignorarlo. Molto spesso la gente interpreta il silenzio dei personaggi e la loro solitudine sia come incapacità di comunicare che come segno di isolamento, ma non sono del tutto sicuro di essere d'accordo. Uso spesso il silenzio solo per sottolineare che c'è molta comunicazione emotiva che avviene senza parole. Penso che il nucleo della storia originale sia stato evidenziato dagli attacchi. Perché ha creato questi personaggi specifici per il suo film? Abbiamo il dottore, il traduttore e il ragazzo. Trovavo affascinante il modo in cui il medico può trascendere i diversi strati della società – se si vuole parlare di strati, cosa che trovo problematica. Non tutti possono avere accesso alle case della gente come un dottore. La donna che lavora per le istituzioni europee rappresenta le persone che vengono a Bruxelles con un obiettivo chiaro. Sono qui per lavorare ma non necessariamente per stabilirsi a lungo termine. I giornalisti a volte mi chiedono del ragazzo e lo chiamano "il migrante", anche se è nato a Bruxelles. È a casa, ma la società non lo percepisce per ciò che è. All'inizio della fase di scrittura, questo concetto di "casa" – che cos'è e come funziona la casa – è stato lo spunto. Il bisogno di trovare una casa è ciò che ci lega; è una parte forte della nostra storia condivisa. Come ha stabilito questo particolare approccio ai piccoli oggetti e agli angoli delle strade, usando quelle lunghe carrellate? Stavo pensando molto allo spazio e alla profondità e a come tradurli sullo schermo. Nell'ambiente urbano ci sono sempre tanti muri, che fungono sia da invito che da limite. Volevo implementare questa semplice idea nel film e, inoltre, attribuire significati agli oggetti. Volevo che queste inquadrature fossero momenti emozionanti. Anche se non c'è alcun personaggio coinvolto e non c'è una ragione narrativa per essere lì, solo guardando e ascoltando, possono entrare sotto la tua pelle e influenzarti in qualche modo. Per me, filmare gli angoli delle strade era il modo più bello e più semplice per descrivere lo spazio urbano. Siamo molto più abituati a una prospettiva più simile a Dio – lo skyline, ad esempio – che rappresenta la città come un insieme omogeneo e unito. Questo non è il modo in cui io e i personaggi viviamo la città, bensì come una raccolta di angoli di strada, piccole sorprese e così via. È stato molto difficile girare nel Parlamento europeo? Era impossibile. L'unico modo che abbiamo trovato per filmare è stato entrare con il gruppo stampa. Avevamo solo uno spazio limitato dove potevamo mettere la cinepresa e poi fare uno zoom. Era impossibile accedere all’area circostante. Dopo il 22 marzo, tutto è diventato inaccessibile. C'è sempre la questione della sicurezza. Sentiva qualche tipo di responsabilità, visto che stava girando il film su questi eventi? No, neanche per un secondo. Certo, come regista hai molte responsabilità. Se lavori con la realtà, ti muovi automaticamente in un mondo politico. Devi essere sfumato e attento. Ma non abbiamo fatto alcuna dichiarazione sulla politica o su questi attacchi; questo non è un film sugli attacchi. Perché normalmente, gli attacchi stessi non sono necessariamente i momenti più interessanti. I punti più interessanti sono ciò che accade dopo e dove andiamo partendo da lì.
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