FRANCESCO D'EPISCOPO: IL CILENTO NEL MONDO ATTRAVERSO LA VOCE DI MENOTTI LERRO.
Una delle missioni culturali che si è sempre imposto chi scrive è stata quella di valorizzare personaggi del mondo culturale, soprattutto meridionale, che meritano un’attenzione nazionale e internazionale per la loro produzione letteraria e, nel caso specifico, anche per la loro meritoria operatività culturale. Uno di questi è indubbiamente Menotti Lerro, nato a Omignano, ai piedi del Monte Stella, quindi nel cuore dell’antico Cilento e a pochi chilometri da quella che può considerarsi la sua capitale: Vallo della Lucania. Ricordo che ricevette un primo premio, dedicato alla poetessa Renata Canepa, al Salone del Libro di Torino, in anni lontani, che sono poi diventati più vicini, quando una serie di occasioni favorevoli hanno fatto sì che le nostre vite si ricongiungessero attraverso eventi culturali, promossi con concretezza, brillantezza e intelligenza dal nostro amico, al quale, conoscendo progressivamente la sua prolifica produzione, sempre chi scrive ha ritenuto di dover dedicare una prima monografia, intitolata Menotti Lerro. Tra drammaturgia e narrativa, edita dalla Genesi di Torino nel 2019 e una seconda dal titolo "Entropia del cuore" di Menotti Lerro. Segreti e suggestioni, Zona editrice, 2020.
Ha conseguito, presso l’Università degli Studi di Salerno, la laurea in Lingue e Letterature Straniere, un Dottorato di ricerca sul genere autobiografico (che ribalta il canone di Philippe Lejeune datato 1975), una nuova laurea in Lettere. È stata comunque la civiltà inglese a conquistarlo, conseguendo, tra le precedenti acquisizioni accademiche italiane, un Master of Arts presso l’Università di Reading nel Regno Unito, essendo stato Cultore della Materia presso il Dipartimento di Anglistica dell’Università di Salerno, e insegnando per diversi anni Cultura e Civiltà Inglese e Letteratura Inglese presso l’Istituto Universitario di Mediazione linguistica Ciels di Milano e presso il Campus Ciels di Padova. L’universo culturale inglese (ma in parte anche quello spagnolo, dati i suoi studi) ha svolto un ruolo importante nella sua funzione di studente e docente, avendo studiato presso la Oxford Brookes University e quella di Reading, oltre ad essere stato Visiting Scholar presso le Università di Warwick, Reading ed Edimburgo. Questa fervida attività anglistica gli ha ovviamente consentito una particolare padronanza della lingua. Ma, nonostante questo significativo percorso accademico tra Italia ed Inghilterra e, nonostante la possibilità di inserirsi in un’attività editoriale, avendo lavorato, a soli 25 anni, presso la Mondadori di Segrate nella redazione “Narrativa Italiana e Straniera”, Menotti Lerro ha preferito eroicamente seguire la sua vocazione letteraria e organizzativa, dedicandosi alla poesia, alla narrativa, alla drammaturgia, di cui aveva acquisito validi strumenti frequentando tra l'altro un corso annuale di Regia Teatrale presso il Pantagruele Teatro di Milano. Una personalità, dunque, variegata quella di Menotti Lerro, che la sua esperienza poetica e narrativa conferma, anche a livello operativo, dirigendo la collana di poesia “Poeti senza Cielo” della Genesi editrice e curando la rubrica di poesia internazionale “Le finestre di Menotti Lerro” per la rivista “Clandestino” di Davide Rondoni. Solo per una ragione di spazio, in questo intervento si ritiene opportuno soffermarsi sul ribaltamento semantico e strutturale che il nostro autore opera di miti letterari e teatrali, come basterebbe a dimostrare la commedia Donna Giovanna, l'ingannatrice di Salerno, che ribalta in chiave femminile il consueto rituale dongiovannesco e che, tra le opere di Lerro, è una di quelle che ha ricevuto un autorevole destino critico, recando, la sua versione multilingue, la prefazione di Maria Rita Parsi, con note di Umberto Curi e Giorgio Barberi Squarotti, divenendo libretto d’opera con prefazioni di Maurizio Cucchi ed Enrico Renna, ma anche ricevendo notevoli e numerose interpretazioni di autorevoli artisti. Oltre gli originali e numerosi romanzi, i suoi saggi accademici risentono felicemente di un elemento fondamentale, l’autobiografia, e schiudono squarci interpretativi attraverso una serie di originali aforismi. Prolifica la sua produzione poetica, tradotta in parte in lingua spagnola, inglese e romena, anche con un originale parallelismo tra le stagioni del tempo e quelle dell’anima inquieta del nostro autore. Anche in questo caso si sceglie, tra le molte, un’opera – Il mio bambino – con prefazioni di chi scrive, di Roberto Carifi, Giuseppe Lupo e Sandro Gros-Pietro. Un’opera che conquista per la purezza e profondità che l’attraversa e che risponde a una esigenza personale, che diviene universale, del poeta. Non può, tra le molte possibili interpretazioni, essere trascurato l’attaccamento ancestrale del poeta, nonostante le sue molteplici transumanze culturali, verso la propria terra, quel Cilento, incantato e anch’esso inquieto, che attraversa le vene sue e della sua amata famiglia, che in parte nel suo paese d’origine risiede. Ma c’è un ulteriore aspetto della personalità di Menotti Lerro che va evidenziato: la sua ideazione e capacità organizzativa, che lo ha portato a creare, nella sua terra, il Premio Internazionale Cilento Poesia conferito ad autorevoli personalità del mondo culturale, le quali hanno lasciato un segno del loro passaggio su mattonelle in ceramica nel paese, dove il premio è stato originato: Salento (di cui è cittadino onorario).
Sempre nel Cilento egli ha fondato ed è direttore del Centro Contemporaneo delle Arti, di cui ha voluto come presidente lo scrivente e nel suo paese, Omignano, ha creato uno sconfinato universo di aforismi, per il quale ha meritato il giusto titolo di cittadino benemerito. Ha fondato la Piramide Culturale del Cilento, a cui hanno aderito 25 paesi e il cui epicentro più coinvolgente è la Scuola Empatica con un “Nuovo Manifesto Letterario”, presentato, con Antonello Pelliccia, presso lo storico Caffè fiorentino “Le Giubbe Rosse” e che raccoglie un affollato elenco di firme delle più autorevoli personalità culturali della nazione e dall'estero. Anche alla rivista “Riscontri” va il merito di avere contribuito concretamente a diffondere questo “empatico”, innovativo messaggio, sempre attraverso il suggerimento di chi scrive e il coordinamento culturale di personalità che hanno cronologicamente trattato le radici e ragioni di un passato esemplare che, come ancora una volta ha dimostrato Menotti Lerro, può spalancare imprevisti e inediti orizzonti al futuro. Basterà concludere questo sintetico, ma “empatico”, intervento, ricordando che Menotti Lerro ha ricevuto una menzione speciale presso Palazzo Montecitorio nell’ambito del Premio “100 Eccellenze Italiane” tra i 3 autori scelti nella “Sezione Letteratura”.
(Francesco D'Episcopo, Università Federico II di Napoli, 2024)
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