Giovane pensatore
Si perde lo sguardo
cercando di scorger
tra dorate spighe di grano
un orizzonte che
non più mi appartiene.
Laggiù, da molto lontano,
impossibile alla mia vista
ma non al mio cuor
mi giunge l’odore dei miei cari
il gridar dei miei amici correr
dietro un’improvvisata
palla , groviglio di rami.
Un soffitto di nuvole
mi appiattisce e a sostener
il capo….. forte il mio braccio,
quello di un agreste
troppo giovane e troppo solo
Penso tanto a te mia dolce
madre, nutrice unica
non solo del mio fanciullo corpo
ma anche di un’anima
non più serena il cui sguardo
invano cerca te …. nel vuoto.
Luciano Capaldo 24 goiugno ‘15
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