Pubblicato il 14/06/2015 10:29:52
Grecitudine
Dottore, quanto costa una lastra? I polmoni si stanno crepando ma copiosa è la fila che annega la mia precedenza. Dottore, come scoccherò il mio bacio se i denti sono tutti cariati? Dottore, la stufa di ghisa ha annerito l’intonaco del mio bambino, l’hanno trovato che ancora respirava nascosto come i gatti perduti quando vanno a morire.
Europa perché scordi il tuo nome? Non vedi che ti chiudi nel tuo ospizio dorato, nei tuoi saloni di interior design, nel tuo lessico da monopolio economico, dove è vietato fumare ma non imporre visioni assurde come bombe austere? Europa non rimarrà nemmeno un golfo di luce azzurra se tradirai la memoria del tuo morto mattino.
Bivacca ancora un breve bagliore lungo gli stipiti delle case popolari nei desolanti tavolati dei porti, nei tracciati delle nuche in fila perenne per un piatto di pasta al pomodoro cinese. Ma basta un niente, perché si alzi il vento contrario, basta un cerino buttato sulle stoppie per calcolata indifferenza.
Sorella Europa disconosci te stessa? Pensi di trattenere il buio confinandolo? Obbligandolo al pareggio di bilancio? Non sai che si sposta di notte e contagia le persone perbene nel lampo di uno sguardo? Europa, non riconosci i tuoi sonnambuli? Perché costringi i vecchi ad aggirarsi attorno ai bancomat spogli, dispersi come volpi che non trovano casa? Davvero non ricordi cosa accade all’uomo che ricopre di paura la mansarda delle spalle?
Europa la tua retina opaca è drogata di barbiturici, non può guardare oltre il teorema della crescita. Europa, il tuo cuore è tutto un pigiare di spettri imperanti, pronti a squarciare la storia senza sporcarsi le mani. Ma la rabbia lasciata acuire ripudia lo stretto confine che scorre tra il bene ed il male. Il mare già mangia la costa.
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