Quell'aria che pettina e spettina le chiome degli alberi
Che s'intrufola nelle siepi e negli anfratti più nascosti
In dedali e in meandri da natura articolati
Che porta la rugiada sulle rose per l'aurora
Che soffia delicata o spiffera nelle freddo delle vette
Che spazza il grigiore acre del nostro vivere giornaliero
Noi incuranti del suo valore operativo
Distratti continuiamo a maltrattarla
Quel profumo di stagione che da fanciullo mi portava
La vivevo come un frutto d'inconsapevole bellezza
Ignaro del suo eroico è fiero intento
Nutre il mio respiro e la ringrazio
Anche se per lei sarà uno strazio
Lottare ogni giorno contro l'impero
Che governa un mondo ingiusto
Perenne lottatrice d'infamia assurda
Di volontà umanistica e' dotata
Io ci vivo immerso ogni momento
E non posso che osannarla per l'eterno
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