Ah mio Ulisse...
D'un fato siam vittime,
e di questo naufragar
chiedo a te forza di vivere.
Giorni, come i tuoi dieci anni,
scorrono vuoti e sordi,
granuli di sabbia su gocce d'acqua
e la tempesta e la paura
sono i timori dentro i miei muri:
pensieri cupi e luce distante
splendono nel giorno di sole.
Tu combatti uomo i tuoi dei malvagi
le onde, i mostri, la fragilità
avvicinando la tua Itaca,
la tua Penelope,
mentre tutto sembra abbandonarsi.
Misero, soffoco turbato
dal viaggio che la tua orma segue...
Dov'è la mia Itaca?
Dove la mia Penelope?
Ah mia Carmen...
Altra via di lotta non c'è
e presto sarò a casa
tra l'amabil braccia tue.
Togli le catene struggenti
dal maestro della mia nave;
le sirene dei pensieri mi attaccano
ed io sto morendo.
Portami a casa
trascina i miei resti dalla deriva,
aspetto e invecchio prima del tempo
ed in questo naufragar
chiedo a te forza di vivere.
-Nando-
3/6/15
5:14 pm
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