Pubblicato il 17/01/2010 21:50:12
Danzavano i raggi di luna sull’acqua del golfo, dal tuo balcone a Posillipo li contemplavi, dal corpo di donna distesa distante di Capri muovevano scie lustre d’un bianco abbagliante. Miliardi di scaglie, di lucide lingue guizzanti, d’eccentrici sprazzi rotondi di forme argentate, di spire brillanti sul bruno velluto del mare condotti dalle correnti s’attorcigliavano. “Sono i serpenti di Coleridge” tu mi dicesti, “Io li conosco,” risposi: “I serpenti marini sono abissali creature, viscide e tetre, diventano cose viventi felici alla luce, tu benedicili e, sai, porteranno fortuna”.
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