Tra le cento vite passate
snodo i cani del vuoto:
logore d'un cercar vano,
svelo in te il vero dell'amore.
Son come una tela colorata
mille lumi di labbra segnano le indelebili linee;
vittima insaziabile
d'un giardino primo di maggio
dove la vita trasmuta in natura
e l'erbe, le tue carezze
m'accompagnano nei tuoi sguardi silenziosi.
Altro non voglio che volar sulle tue ali
i pensieri dell'immaginazione,
son cieco in un grigior che abbaglia
in un oscuro intorno,
e ciò che muove la tua parola
è il mondo ch'io vorrei.
Una piccola donna diventa grande
e bussa alla costellazione del suo nome,
l'amata si fa accogliere da questo universo
e il suo reame, ora e per sempre
s'adegua a tanto splendore.
Ti porto su esili spalle a sentir l'aria
un delicato richiamo di marina sulla pelle,
e col tatto di Venere
scintilla ancor più l'acqua che m'avvolge.
Ingannevoli parole e verità assoluta
il grido di questi versi
e quanto ti prendi dal cuor mio
tanto son io a donartelo:
ecco il dono di questa vita
accolto tra amorevoli braccia,
e tu, nei silenzi di gioia
sei vita.
-Nando-
5/5/15
7:16 pm
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