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Presentazione del libro (Opera Prima)
a cura di Alessandro Quasimodo
ed intervista negli studi televisivi
della Casa Editrice Aletti.
(Guidonia di Roma, Agosto 2021),
2° Posto Assoluto
X Concorso Internazionale di Poesia
“ASTROLABIO 2023”
(Pisa, 07 Agosto 2023),
https://www.larecherche.it/testo.asp?Id=3156&Tabella=Articolo
Segnalazione di Merito
V Premio Internazionale di Poesia
"LORD BYRON PORTO VENERE"
(Portovenere, La Spezia, 22 Agosto 2023),
https://www.larecherche.it/testo.asp?Id=3159&Tabella=Articolo
PREFAZIONE
DI SANTE SERRA
Questa silloge ‘Tanta roba di me” è l’opera prima di Martin Palmadessa che dichiara, sin dal titolo scelto, quale sarà la propria cifra poetica. Sono liriche che danno libero sfogo alla sua innata passione per la scrittura, che da sempre occupa buona parte del suo tempo e che ha voluto condividere con noi.
La dialettica che fa da denominatore comune ai suoi componimenti, ha il tratto ruvido, espressivo e diretto di chi non ha peli sulla lingua, in particolare quando si interroga e parla di sé stesso. Nella poetica di Martin traspare una passione sfrenata per l’introspezione e ci regala il meglio di sé quando imbocca i sentieri degli affetti familiari a lui più cari, come in “Eterna primavera”, lirica dedicata alla moglie (Tu sei un esperienza assoluta/una medicina che non cura/un placebo per gli altri/ una cura totale per me...); o in “Amore eterno” quando, dedica alla
madre versi accorati davvero straordinari (Sarai sempre la mia incapacità di respirare di fronte a quelle rughe). Sono 52 le poesie che compongono la raccolta, capitanate, non a caso, da “Lo Scrittore”; una lirica nella quale Martin rivolge l’attenzione a tutti coloro che amano scrivere e il difficile rapporto che a volte la mente instaura con questa arte (Osa l'Impossibile con la tua biro blu/ per lanciare arpioni/ e sconfiggere la Morte terrena), dove in realtà ci regala un accorato dialogo interiore scevro da orpelli sentimentali.
In questa silloge troviamo passaggi di vita dal carattere marinettiano, a volte dissacrante, ma anche tratti dove il criterio di musicalità viene rispettato, modulato e attinto alla fonte più preziosa che è il suo cuore (come nel testo “Donatori di vita”: (Amori impazziti/ impazienti/ come feti/ mai nati), Un cuore e un anima particolarmente sensibili al mondo animale (merli, ippopotami, gatti, colombe ecc...) e vegetale (alberi, foglie, rose, tulipani, ciliegi... la natura rinasce sempre) quali elementi di una orchestra metaforica "eternamente in subbuglio".
Sono liriche giocate sul verso libero, pagine ricche di contenuto tematico variegato, immagini reali e fantastiche che Martin ci ha voluto donare, alternando tratti di prosa che nulla tolgono alla piacevolezza della lettura poetica. Ho trovato emozionante la lettura di questa raccolta di Martin Palmadessa e la consiglio caldamente a tutti coloro che vedono la vita come un grande giro di giostra, delizioso o orrido che sia, ma è l'unico giro che ci è consentito di fare.