Che c'è da temere ancora?
ora che le sponde
sono il mare aperto
e questo cielo speciale che hai negli occhi
conduce nuvole oltre il confine delle palpebre
per vedere s' è vero
che tra dentro e fuori
non c' è alcuna differenza.
Giaccio per giacenza nei retrobottega
nelle cantine dalle volte basse
e i mattoni a denti scoperti, nelle locande
dai seni gonfi, nei fondi di magazzino
luoghi per sonnambuli.
Il crepitio di una pioggia calda
a volte fa la differenza
tra ballare bagnarsi
e restare seduti ad ascoltare
al riparo dalle correnti.
Ecco, io sono quello che non si muove
che resta fermo perdutamente.
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