Pubblicato il 21/05/2015 21:30:28
Sul monte solitario nella nebbia oscura della notte, ricnorro beato il desiderio spezzato, il piacere crudele del conoscere il tuo nome. Un paso insegue l'altro, il fiato si rompe, fracassa e poi tace. Corrono, veloci, immagini interrotte di vette senza fine che sembra quasi conoscano l'eterno. Tu davanti a me, come il faro che fugge i naviganti alla rovina; io dietro di te, come l'esule marinaio che s'aggrappa a quella luce di salvezza.
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