Sei triste, viaggiatore,
vieni da lontano, non è vero?
Sei stanco di polvere e di simboli;
di letture tra le righe;
illusioni, allusioni ed elusioni,
non è così? Sei dunque
mesto e stracco ma lo sai:
il tuo viaggio è prezioso
nei disagi degli spigoli,
negli angoli esaltati
di bellezza per un attimo,
nel tempo escatologico
sottratto alla sua norma.
Ed è pregiato, il tuo viaggio,
perché per compierlo,
occorre viverlo.
Il tuo, viaggiatore, lo sai
non è viaggio d'andata
né di ritorno, è solo un viaggio
di relazione con questo tutto,
nelle grandi e nelle piccole
composizioni reali,
negli eventi massimi o
nelle combinazioni minime
che circolano in giro
nel filo continuo che si perde
e si ritrova.
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