Pubblicato il 13/01/2010 17:27:59
Ancora vieni, qualche volta, incedi tra mattoni di memoria franti dal tempo e ricomposti nella visuale dei dèmoni cubisti della notte. E quando avanzi cedono le muffe dell’inverno del pensiero, lungo sentieri brulli mai percorsi di boschi misteriosi le tinte scolorate si ravvivano, gemmano i rami d’alberi deformi; poche parole dici e sono calamai di sapienza, i popoli ciarlieri dei miei incubi sgomenti si dileguano davanti all’odor tuo di rara essenza.
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