Pubblicato il 03/11/2023 18:03:24
Incontri Poetici - Martin Palmadessa Siamo a Imola per un nuovo appuntamento letterario dove incontriamo ed impariamo a conoscere il poeta e scrittore Martin Palmadessa. Il protagonista di questo appuntamento ci racconta il suo amore per la scrittura, parla dei riconoscimenti che gli sono stati conferiti e dei suoi prossimi progetti. Quando è nato il suo amore per la scrittura? Nel 1978, avevo 7 anni. Fu la biro blu che trovò me in realtà e non si può dire fosse amore, ma fu l’inizio del primo racconto, anche lunghetto per la verità ed ovviamente non finito. Leggevo già tanto e ricordo come fossero un’avventura pazzesca le pagine di Zanna Bianca, Tom Sawyer, Salgari, Mark Twain. A 12 anni ho iniziato il diario che ora è a circa 3700 pagine e che prosegue… Qual è la scintilla che scaturisce per trovare l'ispirazione giusta per scrivere? Le sfumature, tutte, che derivano dagli sguardi della gente, dai profumi, dai colori, dai sapori, dal tocco. Il sesto senso poi ammantella tutto quanto avvolgendo l’essere come l’Uomo Vitruviano di Leonardo, le cui 5 estremità sono l’esplosione dell’Essere. Vi è un poeta o scrittore che ama in modo particolare? Gaio Giulio Cesare, Jack Kerouac, Ferlinghetti, Baudelaire e soci, i futuristi in ogni loro forma artistica, Goethe, Kant e Schiller della tempesta e stress dello “Sturm Und Drang”, movimento pazzesco. In linea di massima tutto ciò che è concettualmente rivoluzionario. I filosofi greci e Omero e… tutto ciò che ancora non è scritto. Credo che Francesco Alberoni meriterebbe la stessa rilevanza di Sigmund Freud. Valerio Massimo Manfredi invece oggi ha una potenza espressiva così d’impatto che rende la sua scrittura maestosa. In questo ultimo periodo le son stati conferiti dei riconoscimenti, cosa ci può raccontare a riguardo? Tanti riconoscimenti è vero, anche imprevisti ed importanti in luoghi che non mi aspettavo. Ma non ha grande importanza per me il contesto specifico dell’altisonanza del nome a cui si riferisce il premio. Certo che vedere il mio nome associato ai premi dedicati alla Merini, Dostoevskij, Quasimodo, Prevért, Mogol, Lord Byron, Renato Filippelli è per me motivo di grande onore ma soprattutto sento di avere una forte responsabilità nella comunicazione. Tra tutti i riconoscimenti che ha ricevuto a quale è più affezionato? A nessuno in particolare. A tutti nello specifico. Sono affezionato agli occhi di chi mi legge. Nel momento in cui smetti di comportarti e muoverti in funzione di ciò che gli altri si aspettano da te, anche solo per compiacerli e compiacerti, succede che ti accorgi che sulla tua strada non hai più bisogno di indicazioni. Perché non si può “tornare” da un posto dove già risiedi” Ed io, ogni volta che riesco a far provare sensazioni ed emozioni e confrontarmi con gli occhi della gente che mi gratifica con la sua attenzione, presenza fisica e magari con riconoscimenti, qualunque sia il luogo, io sono a casa. Quali i prossimi impegni letterari? Nessun “impegno” letterario, a parte essere presente fisicamente alle eventuali cerimonie, per la necessità spumeggiante ed incontenibile, di abbracciare tutti e dire “Grazie….”, a ciascuno. Poi il 26 febbraio 2024 pubblicherò l’ultimo libro, volutamente l’ 8° che, per le sue molteplici simbologie, rappresenta l’infinito o un’onda ellittica che, appunto come in questo caso, andrà a chiudere un cerchio. Un sogno letterario da realizzare? Il “sogno” è quello di riuscire a fare amare l’Arte almeno ad uno solo di coloro che si dovessero imbattere anche accidentalmente in un mio componimento. Il mio “sogno letterario” invece, come tutti i sogni, aveva bisogno di respiro affinché non fosse più tale e così gli ho dato la vita. Il 26 Novembre 2024 uscirà il mio primo romanzo, rivoluzionario per la sua struttura -ma non mi importa- che è il compendio, la genesi, il corollario e l’estensione di tutti gli altri. E che per il tempo occorso alla sua stesura, nasce già maggiorenne. Cos’è? Una storia semplice di tutti i giorni, la più struggente e affascinante, straordinaria e invincibile favola post-moderna che ciascuno di voi ha vissuto almeno una volta nella vita ma che non ha mai reso eterna, nemmeno fissandola su carta, per condividerla al Mondo.
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