Pubblicato il 13/04/2015 23:46:09
Come mia Madre mi ha sempre insegnato, bisogna imparare ad accettare il dolore. Il dolore è dolore, non come lo facciamo grande questo dolore. Le cose per cui disperarsi sono varie, includono tutte l'attaccamento al proprio dramma personale, e mai la reale comprensione dell'altro. E' la storia di una vita che mi porto dietro, quella di stare con gli occhi ai rami degli alberi solo quando li percuote il vento. Così da un po' di tempo avevo cominciato a guardare il cielo senza aspettarmi niente. Il giorno che ho saputo che Lei se ne era andata sono stato còlto da una grande disperazione, non potevo credere a ciò che le era accaduto e quasi mi sono sentito perduto per sempre, ma poi ho rialzato gli occhi al cielo e ho ripreso a guardare. Sono stati giorni di un tale azzurro e canti di uccelli e danze di rami che così lievi non ne avevo mai visti, quasi avessi avuto un affaccio su una porzione di mondo oltre galassia limpida e incontaminata. La vita è questa ed è così come ci appartiene. Ho avuto tanto tempo fino ad ora per essere triste, ed io non voglio più essere triste, perché è un dono che una Madre per prima condivide con dolore e deve continuare senza che se ne perda niente, compreso il dolore. Restare a vivere con coraggio è accettare il dolore, e non inseguire il dolore. Celebrare la vita o una Madre lontana non è aspettare che succeda qualcosa per alzare gli occhi, ma continuare a guardare il cielo così, senza aspettarsi niente.
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