Come cardine albeggia
alla deriva del cielo
questo sole privato
visto attraverso la feritoia dei tuoi occhi
come passa la voglia
di ottuse sponde, correre da una parte
all' altra della sfera che non divide le sue parti
e guai a chi la tocchi
soprattutto la luce
che contamina la superficie
di arcobaleni irredenti
coacervi di mentite spoglie
traslucidi segmenti di vistosi spazi senza ombre.
Se c'è qualcosa che ancora ci lega è a chiacchiere
interni giorno di perduti monologhi
balere del narcotraffico dove si spacciano
parole
convulse frasi proibite cui non credere
finchè non arda la musica
dei tuoi ricordi migliori.
Posso dire che sei stata, finalmente
e fare la mia vita
e della mia vita fare una qualsiasi epifania
o un presepe per morti di fame
svuotata la clessidra del suo interesse principale
sabbie gamma, parafulmini su cui s' infrangono
lambiti sogni d' immortalità.
Il divenire in divenire prende forma
altrimenti il seme si ferma in un denso strato d' aria
che lo sospende e non tocca mai la terra.
Si astiene di sua grazia.
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