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di Virginia Russo
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Pubblicato il 23/03/2015 18:17:15

Ricordi quella bambina leggera che camminava

con sandali già vecchi che alzavano polvere di terra solcata dal lavoro di animali e uomini?

Aveva mani di piume, esili e forti
nodose e incurvate dal susseguirsi di giorni, stoviglie tintinnanti e carezze.
Mani che cento anni prima stringevano altre mani di bambina e tessevano fili di ricordi futuri.
Mani che hanno parlato, indicato e deciso fino all’ultimo batter di ciglia.

La vita diventa così leggera solo quando davanti, di vita, non ne hai più
materia corporea si disperde per lasciar spazio a una coscienza antica che finalmente emerge.
Ti ho cullata invertendo le nostre parti e nessuna piuma pareva più leggera di te.
Un lenzuolo di delicata seta avvolgeva le tue ossa stanche
e mi parlavi di trasversali visioni da dimensioni che chissà se mai mi sarà dato conoscere.

 

'lasciami andare ora, ho gambe troppo stanche per continuare ma sarò il cigolio di sassi sul tuo sentiero’

E io racconterò per sempre che i tuoi occhi grigi sono esistiti. 

E quando il tempo depositerà le dovute foglie, saremo ancora insieme,
come una nonna e la sua bambina davanti a una chiesa
o come due anime che si saranno accudite in eterno.


 

 


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