Pubblicato il 29/12/2009 12:01:27
Afferra le mie mani con enfasi da telenovela e rosso in viso, tra i solchi di una ragnatela scavati dal tarlo della gelosia, mi supplica : “Aiutami” e io gli svuoto gli occhi divincolandomi da strette non più subite, ormai. E’ vecchio questo sentimento snaturato e si rinnova ogni volta il senso di fastidio per l’indifferenza martoriata dai ricordi di percorsi consunti. Ti vedo stretto a me, come un’icona santa nella penombra di una chiesa sconsacrata, in un punto preciso della mente dove fluttuano pensieri inconsistenti e la memoria dei desideri non può più niente. “ Mi abbandoni?” è la domanda in risposta al mio silenzio impotente. Ed io posso solo accarezzare le chiome rade di un salice piangente, rimandando ad un altro domani la messa in scena di una viltà che forse è solo amore.
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