“Alice: Per quanto tempo è per sempre?
Coniglio bianco: A volte, solo un secondo”.
Lewis Carrol, “Alice nel paese delle meraviglie”
Prendi quel che puoi dallo specchio.
Strappalo via, prima l’ombra abbia tempo di spogliarsi.
E la poesia si legga come salvezza
dai colpi di sole, dalle cattive parole, dalle malelingue.
I perdoni, le scuse, i destini
non basteranno più:
immobile ci si farà allora punto sopra il foglio.
Vi si attacca qualche disciplinata macchia d’inchiostro
che rammendo infedele non cela, ma evidenzia.
Vi fanno tele imprendibili, ragni maculati,
sopra bave lucenti di limacce dispettose.
E’ tutta qui, la mano giocata dalla parola?
L’avvio di stagioni sulla punta della lingua,
il grappolo di sangue e silenzi
che dura troppo a lungo?
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