Ho trovato la casa della morte
in un paesaggio cubista,
nascosta tra pini e templi
di bellezza pieni.
La pioggia ha intonato un vecchio accordo
piangendo
tra le erbe screpolate
giurava fede all'azzurro.
Ho cominciato il mio viaggio col suo ricordo
E
Ho trovato la casa della morte
in un paesaggio impressionista,
nascosta si confessava.
Commossa ne fu la vita.
In questo momento in cui le montagne sembrano spruzzate di rosa, e le nuvole sembrano spruzzate di rosa, adesso – e ci sono le rondini, cazzo, che non avevo visto prima – proprio adesso il mio frutto si mostra, distrutto. Mi vergogno.
Ho trovato la casa della morte
nell'opera di Pechino,
tra stridii e chuànquì
suonava il gong
mentre il sole tramontava per ore
cercando di spezzare l'orizzonte.
Ho cominciato il mio viaggio col suo ricordo.
Ricordavo di un cielo di cirri contenti
di esser parte di quel font
E
Ho trovato la casa della morte
nella serenità del primitivismo
nella sua compatta trasparenza.
Resto qui nascosta
e posticipare l'eternità
sempre di un po'.
Posso continuare
(No, questa non te la dico, è troppo bella.)
[Sei tu la musica, sei tu la musica
e tutte le parole che la musica non dice]
Ho raggiunto la casa della Morte.
Davanti,
come un taglio,
sprofondava la Vita.
Mi s'impigliano le ciglia e
resto ferita.
Straziato ne fu il laico che la sacralità aveva smarrita.
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