Pubblicato il 15/04/2023 17:09:18
Studio del paranormale: un modo per trovare se stessi. (Da “Voci dal passato” di Bianca Fasano). Mi sembra adesso giunto il momento di accennare ai legami che intercorrono tra me ed il paranormale, anche per chiarire quali sono state le spinte emozionali che mi hanno avviato verso la ricerca che sto effettuando: - Andando indietro con la memoria o attraverso il racconto fattomi da parenti in relazione a fatti accaduti quando non ero ancora nata, mi rendo conto che la mia esistenza, già prima della nascita, era in qualche modo collegata al mondo dell'occulto. Non in senso tragico, ma come una sorta di predestinazione "naturale", dovuta ai caratteri trasmessimi geneticamente. Mia nonna, come già accennato, era una medium molto forte, che non eseguiva sedute spiritiche a scopo di lucro e anzi si mostrava restia a "assolvere" a quei compiti che le sue prerogative fisiche eccezionali quasi le imponevano. Il termine “medium” viene dal latino e vuole dire “mezzo”. Si parla di una persona dotata di facoltà mentali paranormali che può essere chiamata anche “sensitiva” o “paragnosta”. Sarebbe caratteristico dei medium, lo stato di trance leggero o profondo. Possiamo paragonarlo a quanto accade in stato ipnotico per cui la parte cosciente dell’individuo è mandata in secondo piano e più facilmente si apre la strada a contatti paranormali (come accade talvolta in sogno). Ho avuto modo di comprendere anche su di me che la medianità può avere vari stadi, Non apparire affatto per molto tempo, acuirsi in alcuni periodi e affievolirsi o scomparire del tutto nella maturità. È una facoltà originaria, trasmissibile per linea materna. In qualche caso si manifesta a seguito di un forte trauma fisico o a carattere psichico. Ascoltando mia madre ho potuto comprendere che per entrare in contatto con gli spiriti si serviva soprattutto del metodo "tiptologico", con cui ottenevano buoni risultati i "medi" con attitudine agli effetti fisici. In pratica il tavolo, con l'imposizione delle mani di mia nonna che soltanto leggermente le appoggiava sul piano di legno, si sollevava da terra in tutto o in parte, ricadendo poi pesantemente; mediante una successione di colpi era possibile un "DIALOGO" ottenuto con l'alfabeto che permetteva un regolare, anche se lento, dialogo con i defunti. A volte il tavolo si sollevava dal suolo di molti centimetri, oppure i colpi sembravano provenire da altre zone della stanza in cui si teneva la seduta. In un caso tra i tanti, mia nonna, per mezzo del suo spirito guida, riuscì a preannunziare a una sua giovane amica che era appena uscita da una delusione sentimentale, il nome dell'uomo che avrebbe incontrato e quindi sposato, entro pochi mesi. “Tutti gli avvenimenti” - scrisse Laplace[1] nel Trattato sulle probabilità - anche quelli che per la loro piccolezza sembrano non ubbidire alle grandi leggi della natura, ne sono la conseguenza necessaria come lo sono le rivoluzioni del Sole.” E ancora:- “Un'Intelligenza che, per un dato istante, conoscesse tutte le forze da cui è animata la natura e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono, se per di più fosse abbastanza profonda per sottomettere questi dati all'analisi, abbraccerebbe nella stessa formula i movimenti dei più grandi corpi dell'universo e dell'atomo più leggero: nulla sarebbe incerto per essa e l'avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi.”- Attraverso la medium, lo spirito poté preconizzare lo svolgimento dei fatti, precisando che il nuovo fidanzato sarebbe entrato nella sua vita all'improvviso, sposandola entro pochi mesi e portandola altrove con sé e che si sarebbe trattato di quello che all'epoca era definito "un ricco matrimonio". Le cose si svolsero esattamente come lo spirito aveva detto: la giovane conobbe all'Orto Botanico di Napoli il fratello di una nuova amica, il quale doveva ripartire entro breve tempo, per cui si sposarono quasi sconosciuti l'uno all'altra e ripartirono assieme. Il matrimonio fu felice. Questo che ho riportato non è che uno dei casi in cui mia nonna ebbe successo, per cui la sua fama cominciò a espandersi in città ed anche estranei giunsero a proporle sedute spiritiche. Una medium napoletana, all'epoca molto ricca e famosa, le offrì inoltre di lavorare in coppia, assicurandole che in tal modo avrebbero raggiunto una fortuna economica ancora considerevole e risultati eccezionali, ma la nonna era affatto desiderosa di ottenere notorietà e denaro con quel mezzo che definiva "sconvolgente", perché come capita a tutti gli autentici medium, aveva anche paura dei suoi poteri di cui intuiva la pericolosità qual ora male indirizzati; per di più la Chiesa cristiana all'epoca si dimostrava estremamente contraria a tali contatti con i defunti, e i medium dovevano combattere anche contro questa forma di timore religioso che spesso li rendeva preoccupati e incerti sulla positività della loro attività. A questo proposito riporto qui di seguito alcuni elementi tratti da un "dialogo" avuto proprio con mia nonna, presente mia madre, in cui ella mi ha raccontato episodi a me sconosciuti della sua vita, descritto le cognate, una per una, sia nel fisico sia nel carattere, il marito, (pregi e difetti), i figli, e ogni cosa che potesse incuriosirmi. Ne riporto qualche stralcio che ritengo possa risultare interessante per quanti leggono:- "Sono una luce che va e viene/come vuole e so di essere libera. Non ho nessuno con me, ma / siamo in tanti e ci vediamo / da lontano e da vicino, / però non ci mai parliamo neanche / con il pensiero lo raggiungo / (il marito. N.d.A.) posso fare ciò che mi pare e andare/e venire dove voglio io e nessuno mi / frena nelle corse e vedo quello / che non ho mai visto tutti gli /anni chiusa in una casa buia/ (omissis) Oggi sto / benissimo anche sola e senza i miei pensieri mi hanno lasciato./ Credetemi che sto bene anche sola./ Ci vogliono persone intorno / (per una seduta medianica N.d.A.) non ci / riesci se sei deboluccia. Ma chi / te lo fa fare? Se sei una persona / che riesce a parlare? / Lascia stare i tavoli ed / il futuro dove sta./ (Quindi racconta un episodio del passato, accaduto nel corso di una seduta spiritica, durante la quale una donna che abitava in un appartamento posto sullo stesso pianerottolo le fece uno scherzo, spaventando tutti i presenti, poiché batté un ferro da stiro contro l'uscio di casa, provocando un rumore molto forte, mentre il gruppo era raccolto al buio, in religioso silenzio) che risate quando quella signora/ sbatté la porta ed eravamo / tutti a credere che fossero gli / spiriti, però c'erano stati / tante volte ma sono meno / buoni di quelli che stanno con / me e non ci scherzare troppo! / Ma mi dissero anche alcune cose / del futuro che andarono proprio / così con la ragazza che si / fidanzò e non si sapeva niente / di lui che lei aveva ancora in / testa l'altro fidanzato. /Allora (quando decise di smettere la sua attività di medium. N.d.A.) io veramente mi spaventai / perché morì la bambina ed / io pensai che fossi / stata io a causare / ma ero stupida perché / non c'entrava nulla / (l'attività spiritica con la morte della sua ultima bambina, appena nata. N.d.A.) erano tempi/duri e si moriva con facilità ... " Sulle descrizioni relative al suo "nuovo stato", tornerò più avanti. Trovo interessante a questo punto riportare alcune esperienze vissute da mia madre, benché non sembri possedere evidenti facoltà medianiche. Si riferiscono ad un'epoca in cui lei era giovane; la prima si verificò mentre attendeva il primo figlio. All'epoca sua cognata Anna, moglie di un fratello, aveva partorito da poco una bambina e stava spegnendosi lentamente, ma inesorabilmente, per una sepsi puerperale scoperta in ritardo. Non vi erano medicine in grado di guarire la giovane donna ed il pensiero di mia madre, molto addolorata per la tristezza dell'evento, evidentemente era fortemente attratto dalla situazione disperata e dall'agonia della cognata:- " Mi trovavo in cucina, verso le 14, e pensavo intensamente ad Anna; mi sembrava quasi di vedere i suoi grandi occhi neri che mi fissavano dolci ed attendevo con dolore di essere informata sulla sua morte, che inevitabile, sarebbe sopravvenuta da un momento all'altro. All'improvviso, senza che in realtà neanche il più piccolo soffio di vento scuotesse le fronde degli alberi, ebbi l'esatta sensazione che un forte soffio scuotesse le ante del balcone, che poi effettivamente si spalancò con violenza. In quel soffio mi parve di udire pronunciare il mio nome e sussultai, mentre un senso di freddo sembrò scendere lungo la mia schiena. Per una reazione spontanea guardai che ore fossero, sull'orologio e più tardi, purtroppo, appresi da mio marito che Anna era spirata nell'esatto momento in cui le ante del balconcino si erano spalancate ed avevo udito la voce. “- Ed ecco un'altra esperienza paranormale, accaduta in tempo di guerra: - "Mi trovavo a Marianella, un paese vicino Napoli, perché ci eravamo allontanati dalla città minacciata dai bombardamenti. Abitavo con la famiglia in una vecchia casa formata da un ingresso, una piccola cucina ed una grande stanza in cui avevamo messo due letti matrimoniali ed una tavola. Erano tempi difficili di stanchezza e di paura e con mio marito in più occasioni avevamo discusso dell'ipotesi che vi fosse una sopravvivenza dopo la morte. Io credevo nei fantasmi, ma lui si mostrava scettico sulla reale possibilità che si facessero vedere da noi. Quella sera in particolare, dopo cena e prima di andare a letto, avevo lavato i miei figli usando l'acqua contenuta in una bacinella bianca, smaltata e stavo ritornando di nuovo nel bagno, per svuotarla del suo contenuto. Nell'arrivare sotto l'arco della porta mi trovai al buio, perché la luce era andata via all'improvviso. In altre occasioni avrei proseguito anche al buio, ma mi fermai percependo una strana inquietudine: di fronte a me c'era una bambina; notai che poteva giungermi alla spalla ed era vestita da "pacchianella", come anni prima vestivano le bambine dei paesi. Indossava difatti una gonna ampia e lunga fino alle caviglie ed un giacchettino, entrambi scuri e mi osservava intensamente con i suoi bellissimi occhi neri. Potevo vedere chiaramente il viso che sembrava luminoso, anzi, tutta la figura della bimba era chiaramente visibile, malgrado il nero totale che c'era intorno a noi. Poteva avere circa otto anni. Ricordo che sul momento mi chiesi come avesse fatto ad entrare, tenuto conto che certamente avevo chiuso la porta d'ingresso e che, ero convinta non vi fossero bambine di quell'età, nel palazzo. Solamente dopo qualche minuto fui colpita dal fatto che oltre lei potevo scorgere il muro della stanza e in quel momento gridai: -"Ho visto l'ombra!"- poi ritornai indietro sui miei passi appoggiando affannata il bacile sulla tavola. Infine tornò la luce. Fui felice di avere visto la bimba, in quanto questo fatto confermava ciò in cui credevo: che si potessero scorgere chiaramente i fantasmi; mio marito Gaetano discusse con me della visione fino a notte inoltrata". Chiudiamo le esperienze vissute da mia madre con quest'ultimo episodio: - "Nella nostra prima casa accadde che una mattina ritrovassi la paletta per il fuoco (all'epoca si usavano ancora le cucine a carbone di legna. N.d.A.) con l'asta completamente contorta, come se qualcuno l'avesse girata di notte; ma non era possibile, anche perché l'asta era di ferro e molto pesante. Alcune sere invece, mentre ci trovavamo a letto, io e mio marito, sentivamo chiaramente delle voci. Una sera in particolare inoltre, sempre mentre eravamo a letto, si aprì il balcone dello studio, facendo un rumore terribile. Gaetano si alzò per chiuderlo e costatò che non vi era vento, per cui disse:-"In questa casa ci sono gli spiriti!"- Accettava il fatto con molta semplicità, perché era convinto che io fossi una medium come mia madre"- Grandi e piccoli ingegni umani, da sempre, hanno cercato di risolvere i misteri relativi all'anima. Tutti, o quasi tutti, troverebbero più gradevole il poter credere nella sopravvivenza, piuttosto che nella distruzione totale dell'essere. Freud, scettico in proposito al paranormale, ma sempre razionale nei suoi giudizi, scriveva in “Psicopatologia della vita quotidiana”[2]:- "Siamo proprio sicuri che la superstizione non abbia basi reali e che fenomeni quali premonizioni, sogni profetici, esperienza telepatica, manifestazioni di forze soprasensibili, ecc., siano semplici prodotti dell'immaginazione, che non hanno alcun rapporto con la realtà ? Lungi da me l'idea di formulare un giudizio così rigoroso ed assoluto su fenomeni la cui esistenza è affermata anche da persone di notevole intelligenza"- E' comunque una realtà che gli esseri umani, più o meno apertamente, dalla notte dei tempi, abbiano tentato di accertare l'esistenza di un mondo ultra terreno. Per molti questa ricerca è affannosa, difficile, troppo spirituale per essere percepita come credibile, mentre per altri individui appare come una realtà tangibile e verificabile, quasi per una sorta di "ispirazione". Nella mia famiglia di origine questa comunione con l'insondabile è risultato un fatto certo e naturale da generazioni: ho già parlato delle capacità di mia nonna; la sorella di lei poneva sotto il suo letto, nelle ore dedicate al sonno, il tavolinetto a tre piedi usato per dialogare con i defunti e questi, durante la notte, spesso andava in giro per la stanza, spinto da forze sconosciute. Altre esperienze con gli "amici soprannaturali le raccontava mio zio Carmine Moriniello, grande artista nel campo pittorico e fratello di mia madre, che fin da piccolo "vedeva"nelle stanze della sua casa di Salvator Rosa, "personaggi" non meglio identificati che lo riempivano di spavento, e riferendosi al tempo del suo secondo matrimonio (la prima moglie Anna, morì come spiegato in precedenza) ricordava che in casa solitamente si udivano rumori misteriosi sia di giorno sia di notte, urla, parole sussurrate e colpi alle pareti, mentre avvenivano in continuazione piccoli "incidenti" domestici. Mio zio non volle mai prendere in considerazione l'ipotesi che la "causa" di tutti quegli eventi fosse il desiderio della prima moglie di restare in contatto con lui, ma preferì invece pensare di coabitare con una schiera di "spiriti burloni", coi quali dialogava come poteva, accusandoli degli spostamenti e delle sparizioni degli oggetti, delle "mani fredde" che lo accarezzavano sulla nuca e di altre simili delizie, allo stesso modo di Eduardo De Filippo nella commedia "Questi fantasmi" o nel film "Fantasmi a Roma". Mio padre era per temperamento logico e razionale ma ricco di curiosità scientifica, pur se distaccato dalle doti artistiche che invece caratterizzano il lato materno della mia famiglia; avrebbe dovuto vivere ben lontano dal mondo "irrazionale" della medianità ma così non fu, invece poiché era membro della Massoneria ed in quell'ambito visse esperienze spirituali tanto determinanti da convincerlo della assoluta "tangibilità " di quel mondo intangibile. Era l'epoca in cui i Massoni non erano considerati troppo favorevolmente dalla Chiesa Cattolica Apostolica Romana, per cui i loro incontri nelle "logge" avevano odore di carboneria. Mio padre dunque, come potei accertare più tardi, aveva finito col credere nelle presenze spiritiche ed era stato più volte partecipe a sedute, poiché i fratelli massoni si dimostravano scientificamente interessati al fenomeno. Durante i primi anni della II guerra mondiale il fratello più piccolo di mio padre restò sotto le macerie di un palazzo e, pur sopravvivendo, non riacquistò mai più la salute: per lui questo episodio sconvolgente dovette agire come forza scatenante di sensi di colpa assolutamente gratuiti, così come era accaduto per mia nonna alla morte della sua ultimogenita, a causa di ciò smise ogni contatto con le ricerche psichiche, quasi convinto di essere stato punito per aver tentato di comprendere oltre il consentito dalla religione. Per quanto riguarda i fenomeni vissuti personalmente, nell'infanzia, tali da potere essere inseriti tra la realtà naturale e quella soprannaturale, posso ricordarne uno in particolare:- Ero una bambina di costituzione fragile, dalla fantasia eccitabile e vivace, che scriveva poesie già ad otto anni al tempo in cui l'età scolare era di sette anni. Ancora oggi mi colpisce la memoria un'immagine, vista dall'esterno, di una bimba trasportata sulle scale di una clinica da una robusta infermiera che la tiene fra le braccia. "Vedo" l'uniforme bianca a maniche corte e la cuffietta che copre i capelli, con una certa chiarezza. Quella bimba ero io, appena operata di tonsillectomia, debolissima essendo reduce da una malattia durata alcuni mesi ed avendo nel corso dell'intervento, perduto molto sangue. Ammettendo che quel ricordo dipenda dal fatto che in quei momenti io fossi uscita dal corpo e potessi così osservare la scena dall'esterno, mi domando quale fosse la forma dell'essenza spirituale che osservava la mia essenza materiale. A tale proposito occorre ricordare, con l'impegno di ritornarci ogni volta che ci sembrerà opportuno, il libro di Raymond Moody "La vita oltre la vita ed altre ipotesi",[3]in cui lo scrittore, dottore in filosofia, ha raccolto in un testo che ritengo molto interessante almeno come lavoro di ricerca e d’indirizzo, centocinquanta esperienze di "pre morte", ossia di persone morte sotto il punto di vista fisico e clinicamente reputate tali dai medici, che sono tornate in possesso del loro corpo dopo essersene allontanati. Questi "morti" erano in grado di scorgere se stessi da lontano, mentre realizzavano di possedere un nuovo corpo, del tutto immateriale, eppur dotato di potenzialità eccezionali. Tornare indietro quindi parrebbe possibile. A questo proposito risalta nella mia memoria il ricordo di un articolo, che lessi troppo in fretta, andato in stampa probabilmente intorno al mese di gennaio del 1992 su di un quotidiano del meridione ("Mattino", "Roma" o "Giornale di Napoli") che raccontava l'episodio incredibile di una bimba ammalata di leucemia, la quale, dopo aver sofferto a lungo ed essere stata amorevolmente dai genitori e dai medici, era infine deceduta sotto gli occhi disperati dei familiari. La cosa straordinaria sta nel fatto che la bambina era poi "ritornata" per una ventina di minuti "dall'aldilà " con il preciso scopo di raccontare a loro che il mondo ultraterreno esisteva, era stupendo e che lei vi si trovava benissimo. La bambina, dopo essere tornata alle sofferenze della carne con il visino evidentemente radioso per la felice emozione è stata amorosamente e disperatamente "riaccompagnata per mano" alle soglie di quel felice mondo di cui parlava con termini entusiastici, dai genitori stessi, con l'accorgimento di consigliarle il sonno: - "riaddormentati adesso..."- le hanno suggerito mamma e papà, forse con la speranza che il loro dolore e la disperazione provata per la malattia e la morte, avessero il compenso di saperla infine felice e di non averla perduta per sempre. Appare comunque chiaro che attualmente, nel nostro mondo teso verso la fantascienza, sembra più presente che mai la suggestione di un mondo intorno a noi, abitato da fantasmi buoni e cattivi, che spesso assumono l’inquietante apparenza della realtà. Ogni essere umano probabilmente ha vissuto almeno una volta nella sua vita un’esperienza extrasensoriale, magari senza neanche rendersene conto, oppure dopo averla considerata come una "stranezza", per cui questa è stata semplicemente "accantonata" in un ripostiglio della memoria, perché scomoda. Una sola esperienza d'altronde può facilmente trovare spiegazioni plausibili, ed inoltre occorre considerare che gli esseri umani, benché tanto facilmente credano nel soprannaturale, quando gli viene descritto da altri, possono facilmente rischiare di sbatterci il proprio muso contro, senza neanche rendersene conto. Il limite fra ciò che fa parte dell'ordinaria amministrazione e ciò che appare inspiegabile e ci riempie di stupore non è difatti tanto facilmente verificabile o anche può subire degli "slittamenti" evidentissimi e meno evidenti nel tempo e nello spazio. A tali slittamenti facciamo l'abitudine e neanche più ci sorprendono. ________________________________________ [1] Pierre-Simon Laplace, marchese di Laplace (Beaumont-en-Auge, 23 marzo 1749 – Parigi, 5 marzo 1827), è stato un matematico, fisico e astronomo francese. Fu uno dei principali scienziati nel periodo napoleonico. [2] Prefazioni di Claudio Modigliani - Newton 1973 [3] Mondadori.
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