Pubblicato il 27/02/2015 15:57:26
Flebile e melliflua la mano dell'uomo tendente al cielo; un ferreo diniego all'aspirar umano lo stellato luogo ha posto. L'errante pastore dell'Infinito al cor risposta deve mostrare. Donde cercare gli inesauribili spazi che alla vista dell'uomo l'etereo mondo trasmette?
Spirto libertino, fagocitante splendore divampante negli orridi abissi della terra, ove cercare il mio fresco viaggiare? Ove cesserà il mio corpo mortale, e il mio nome, il mio umano peregrinare?
Tu forse sai ch'io ti dico questo perché non conosco, mai ebbi conosciuto. Ch'io mi ricordi nacqui brezza, diventai tempesta. Le piagge, le selve, i mari e l'alma terra non ebbero mai cura di questi calli che da sempre mi porto appresso. Mai questa greve pelle riconobbe un placito scorrere di dita; mai fuoco non andò cercando altra fiamma.
Ora che tu vedi e hai visto, sì piacevol sentire di me, e del mio amore, che vuol dire questo? Altra risposta io non trovo e non bramo degli occhi di lei che a me aprono un riso e al nulla aprono un pianto.
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