Pubblicato il 13/12/2009 13:39:50
Procede acquattato ma solido ha il petto di stanca saggezza. E versa sproloqui tra sguardi straniti di uomini erranti. Raccoglie lo sciame di vespe impazzite e canta un a solo fermando gli istanti con note in delirio di pause e di crome. La folla per strada diserta il pensiero che parte da dentro, scrutando vetrine dagli angoli obliqui di tabule rase. E accetta gli inviti del miglior offerente con sguardo rapace e mani lascive, il cervello in soffitta. Lui vede e compiange, continua a cantare. Il passo si incespica ad ogni gradino di scale, la musica è assente e il suono scompare. Tra onde invisibili di campi magnetici si infrangono voci di smania e di noia e s’intrecciano ancora nell’aria residua, spartiti di questue e silenzi acquisiti.
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