Salpa vento taurino
pieno della sua rabbia,
chiede aiuto all’acqua
a tuoni in tempesta
al ruggito muto dei lampi
.
Galoppa su lastre di spiagge
dove si congiunge
con la parte smarrita
e a pelo del manto schiuma
mistero riflesso agli abissi
.
Ma l’acqua è incipit,
sinfonia.
Che piova in perle
fredda lana
o col volto primario partorito,
la sua dimensione cosmica
il collo di mondi soverchia,
schiaffeggia
abbraccia
fascia con sciarpe di luce,
ovunque espanso fra ombre
lo scibile
.
Tacite sanno le vene dei rami
quando guardano
buchi di stelle dietro persiane
che penetrare vorrebbero
per scaldarsi
…
e in fondo
è solo goccia d’una lacrima
quella che stringe la tua mano
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