"...e la verità vi farà liberi."
Giovanni (8, 32)
C'era una volta un parco pubblico.
In un giorno d'inverno freddo e coperto nel parco semideserto entrò un vecchio. Vestito con un cappotto consunto, con candidi capelli incolti, passeggiava e parlottava tra sé. Sinché si sedette su una panchina. Tirò fuori un logoro libro, l'aprì e lesse in una pagina segnata da un orecchio una frase più volte sottolineata.
La cosa più preziosa che nella vita l'uomo possa ricercare è la Verità.
Il vecchio socchiuse gli occhi e sospirò.
"La Verità. È da una vita che la cerco, senza riuscire a trovarla. Ormai comincio a credere che non esista. E se esiste, dove sta la Verità?"
Non appena aperse le palpebre gli apparve davanti un bambino. Intorno ai nove anni, in jeans e giubbino, lo guardava con un sorriso.
"Tu sorridi perché parlo da solo, vero? Eh sì, lo so, sono un po' matto."
"Io conosco ciò che cerchi." gli disse il bambino con tono rispettoso.
L'anziano rise. "Io sono invecchiato cercando invano la Verità, e tu così piccolo la conosci già?"
"Ciò che cerchi inutilmente da tutta la vita, si trova in una sola parola."
"Quale?" chiese il vecchio incuriosito.
"In una parola di cinque lettere."
"È troppo poco per poterla trovare."
"Comincia con la a."
"È una parola di cinque lettere che comincia con a, la Verità." ripeté riflettendo l'anziano.
Il bambino gli si sedé vicino.
"Non la trovo."
"Cercala nel cuore del bambino che batte ancora in te." gli disse il piccolo.
Il vecchio chiuse gli occhi. Dopo un po' sul suo viso rugoso emerse un sorriso luminoso.
"Ma come ho fatto finora a non trovarla?" si chiese con meraviglia riaprendo gli occhi.
"Non l'hai cercata nel posto giusto."
"Grazie, piccolo! Come ti chiami?"
"Io sono Salvo." disse il bel bambino.
"Io vengo chiamato il Pensatore Solitario. Si dice che il troppo pensare m'abbia fatto ammattire."
Passarono dal viale due donne.
"Oggi che giorno grigio e triste... Come sarebbe bello se uscisse il sole." disse una.
"Davvero. Però il tempo è tanto brutto che ci vorrebbe un miracolo." le ribatté l'altra.
Allorché esse si furono allontanate abbastanza, il bambino col braccio compì un gesto verso il cielo. Subito le nubi cupe si aprirono e apparve un sole caldo e luminoso. L'anziano era esterrefatto.
"Salvo, ma com'hai fatto?!"
"Si possono compiere cose meravigliose col potere della parola che ora conosci anche tu."
"Fanne un'altra."
Il piccolo prese un pugno d'argilla dall'aiola e la modellò finché formò un uccello.
"È molto bello. Sembra quasi vero." disse il vecchio con ammirazione.
Il bambino soffiò sull'uccellino e lo lanciò nel cielo. Quello con un frullo volò via, vivo e cinguettante. Il vecchio balzò in piedi e il volume gli cadde dalle mani. La sua mente s'illuminò totalmente.
"Salvo, allora tu sei..."
Il piccolo raccolse il libro e glielo porse.
"Io sono la Verità."
L'anziano prese il libro con mano malferma. Con un sorriso amoroso il bambino scomparve.
"Ti ringrazio di cuore, mio Salvatore." sussurrò il savio Pensatore Solitario.
E se n'andò in pace.
(Racconto pubblicato in La rivista 2016, LaRecherche.)
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