Pubblicato il 06/02/2011 17:23:50
Nell’immagine: La III^ Liceo Classico B nell’anno scolastico 1977 – ’78.
Il film più recente che riusciamo a citare è ‘Tempted’ del Duemiladue, con la bravissima Suffron Burrows. Canta la colonna sonora ‘If I Had Wings’ - Then I could find all the things we’ve been missin’, se io avessi le ali – Allora io potrei trovare tutte le cose che noi abbiamo perso. Dopo tanta lingua antica, una abbastanza moderna non stona. L’Istituto Arecco era la scuola della borghesia di Genova guidata dai Padri Gesuiti. Si estinse nel corso degli anni. Le ragazze della Repubblica Superba sono riservate e, raccontare di loro, merita riguardo. Alcune ricercavano una soluzione personale. Altre, preferivano fare gruppo tra loro. La Signora Insegnante di Matematica fece il possibile a far quadrare i conti e le è dovuta riconoscenza. Il Signor Insegnante affidò a due Signori Studenti il compito di segnalare due libri di lettura al resto della classe. Lo studente A. indicò ‘I Racconti di Pietroburgo’ di Gogol, dove al protagonista viene rubato il cappotto senza rimedio. Lo Studente B. segnalò ‘Umana Avventura’ di Bevilacqua, dove le avversità non sono così prive di rimedio. I Signori Studenti dovettero arrangiarsi anche per conto loro. Il cult movie del primo anno fu ‘Fratello Sole, Sorella Luna’, lo stesso Padre promotore organizzò campeggi estivi in montagna, anche per altro: se uno voleva avere una formazione religiosa, la trovava. Le lingue classiche furono insegnate molto bene. Il programma di Greco previde poi ‘Ippolito’ di Euripide che, del sesso, non vuole proprio saperne e va a finire male. Sembra che tutte le ragazze vogliano dire la stessa cosa e, cioè, che non bisogna chiudere le porte al sesso. Perché l’amore è suo compagno stretto. Andava per la maggiore il poeta Montale che, qualche anno dopo, ebbe il Nobel. ‘Fu vera gloria?’ Il Signor Insegnante di Latino propose ‘Lettere a Lucilio’ di Seneca, e fece benissimo. Un rimedio andava trovato, perché si leggeva anche ‘De Rerum Natura’ d Lucrezio e le pestilenze sono sempre incombenti. Ricordiamo volentieri Dino Campana che gira per Piazza Sarzano, anche allora non molto compreso. Erano i nostri Padri. Amiche nostre, dobbiamo lasciarvi e vorremmo che il nostro ricordo vi raggiungesse con la forza con la quale meritate di essere amate. Con la stessa forza possiamo amare le nostre ragazze di oggi, così come voi foste le ragazze di ieri. La citazione che apre questo capitolo è il riconoscimento della vostra natura. E per il nostro congedo? Dante deve superare il muro di fuoco per raggiungere la sommità del monte, sul Purgatorio. Dall’altra parte del muro, proveniente dal prato fiorito, lo attende la voce che canta: <<Sappia qualunque il mio nom dimanda/ ch’i’ mi son Lia, e vo movendo intorno/ le belle mani a farmi una ghirlanda/ per piacermi a lo specchio, qui m’addorno:/ ma mia nuora Rachel mai non si smaga/ dal suo miraglio e siede tutto il giorno./ Ell’è d’i suoi belli occhi veder vaga/ com’io dell’addornarmi con le mani:/ lei lo vedere, e me l’ovrare appaga >>. (Purg. XXVII, 100-108). Abbiamo parlato di ragazze e ci accorgiamo di avere cercato di raggiungere, insieme a loro, i Padri. Dante può giungere al cospetto del Padreterno solo con la sua ragazza. Può darsi che i Padri Gesuiti ci incoraggino nel nostro giudizio dopo avere provveduto, e averci incoraggiato, a imparare.
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