Pubblicato il 18/05/2010 12:00:00
E' con piacere che propongo all'attenzione dei lettori de LaRecherche.it la rivista L'ALFIERE, trimestrale letterario e artistico, organo dell'Accademia Vittorio Alfieri di Firenze. E' un edizione per così dire fuori commercio, si riceve cioè dietro richiesta specifica o in omaggio. L'Alfieri n. 1 viene stampato nel gennaio 1989 quando assume la presidenza dell'associazione letteraria Accademia Alfieri Dalmazio Masini. Era stato preceduto da un numero “zero“ distribuito come allegato della rivista “Toscana Arte 2000” nell'ottobre del 1988. E' un periodico, fu diretto dalla fondazione sino alla fine del 1992, da Nicoletta Alberti, dopodiché, nel 1993, a seguito delle dimissioni dell'Alberti, la direzione passò a Dalmazio Masini, che ne è il direttore tutt'oggi. Nel 1999 l'organico viene raddoppiato con l'inserimento del fascicolo interno “dolce stile eterno”. Oggi viene stampato in più di 1000 esemplari, dei quali metà vengono distribuiti per posta a soci, collaboratori e amici dell'associazione, sparsi in tutta Italia. L'altra metà viene distribuita nel corso delle varie manifestazioni artistiche organizzate da e per conto dell'associazione. Sulla rivista vengono riportati i programmi delle iniziative in corso, le poesie dei soci, le recensioni dei libri. Varie le rubriche che lo arricchiscono come il ”notiziario“ dove possono trovare spazio notizie di concorsi di associazioni amiche e i programmi dei meeting di poesia organizzati dall'associazione, a Genova dove ha sede un'attiva sezione ligure, ad Abbadia San Salvatore dove viene organizzato e promosso il meeting annuale nonché il premio di poesia omonimo e a Rimini dove i soci insieme trascorrono le vacanze estive. Nell'inserto IL DOLCE STILE ETERNO (organo del laboratorio di scrittura poetica, attivo gratuitamente presso il centro socio culturale il Fuligno via Faenza 52 a Firenze, ogni giovedì pomeriggio dalle 16,30 alle 18,30, info al n.3474097458 Leonora Fabbri segretaria) vengono riportate notizie storiche e curiosità sulla poesia di tutti i tempi. Ai poeti esordienti intende offrire diversi punti in cui esibirsi,la possibilità di pubblicare sul giornale e la libera frequentazione dei diversi laboratori fissi e itineranti, che l'associazione promuove continuamente nel corso dell'anno solare. Premesso che l'Accademia Alfieri è aperta a vari generi artistici e a stili diversi, perché la vitalità dell'arte si manifesta anche nel pluralismo delle voci, all'interno del nostro Laboratorio di Poesia si è sviluppato un movimento che, scegliendo temi e linguaggio moderni, non rinnega radici e tradizione.
Questo movimento, promosso in pieno Novecento dal nostro presidente Dalmazio Masini, ha significativamente preso il nome di “Dolce Stile Eterno” ed è consapevole che, al di là delle moltissime definizioni tentate, tutte più o meno ambivalenti e riduttive, la vera essenza della Poesia è nella musicalità dei versi, unica discriminante nei confronti di un altro genere letterario, che può anche essere bellissimo e che si chiama Prosa. (Fra l'altro Poesia e Prosa non sono parenti, sono nate a millenni di distanza, e i loro percorsi si sono sviluppati senza quasi mai intrecciarsi se non nella confusione artistica del Novecento).
Pubblichiamo qui il Manifesto Programmatico del movimento poetico “Il Dolce Stile Eterno”, invitando tutti i poeti, iscritti e non iscritti all'Accademia Alfieri, che si riconoscono nella nostra idea di Poesia, a sottoscrivere questo testo e spedirlo per e mail a < d.masini@inwind.it > o all'indirizzo della nostra associazione: Accademia Vittorio Alfieri – Casella Postale 108 - succ. 36 - 50135 Firenze
Manifesto del DOLCE STILE ETERNO
1• Noi vogliamo che armonia, bellezza e forza espressiva dei versi siano i valori fondanti del dolce stile eterno.
2• Noi vogliamo costruire una poesia moderna nei contenuti e nella sintassi, ma rigorosa nell'uso del verso ritmico.
3• Noi vogliamo opporci all'indifferenza di fronte al bello e riscattare la dimensione estetica insita nell'atto creativo, contro l'offuscamento del gusto, rifiutando uno sperimentalismo logoro e di maniera, che ha condannato a morte la poesia stessa.
4• Noi vogliamo ritrovare i valori condivisi, le radici comuni della poesia, contro “le parole in libertà” degli stanchi epigoni novecentisti.
5• Noi vogliamo recuperare l'uso di un linguaggio chiaro e aperto alla comprensione di tutti, contro un linguaggio onirico, evocativo, ermetico e selettivo.
6• Noi vogliamo far sì che il poeta, dopo anni di monologhi destrutturati, torni a dialogare con il lettore, e che i libri di poesia divengano un invito ineludibile alla lettura.
7• Noi vogliamo rivalutare la conoscenza della realtà come fonte di ispirazione artistica, contro l'immagine deformata di una realtà autonoma, autoreferenziale, incomunicabile, priva di nessi logici e coerenti.
8• Noi vogliamo coniugare l'originale creatività emotiva, disciplinata dai canoni metrici, con la musicalità scaturita dal suono delle parole.
9• Noi vogliamo una poesia dalla voce sobria, che canti con lucida forza il quotidiano e le ragioni del cuore.
10• Noi abbiamo la consapevolezza di rinunciare ai facili, effimeri consensi che la poesia dei nostri tempi ottiene perché noi siamo il futuro della poesia.
La pubblicazione di questo manifesto è naturalmente una provocazione, speriamo che serva a stimolare il gusto del dibattito, della ricerca del bello e della piacevolezza della scrittura. Concludo questa recensione con un stralcio dalla prima pagina del numero 1 della rivista <“Tanti sono già stati i porti in cui abbiamo attraccato che le novità di ogni scalo sono ormai diventate prassi abitudinaria: si scaricano delusioni e si imbarcano speranze. Svaniscono le immagini dei compagni di ieri che si fermano o decidono di proseguire con altri convogli e assumono nitidezza i volti di chi lì ci aspettava per continuare il viaggio con noi. E sarà sempre così perché ai margini del nostro mare non c'è un America ad attenderci. C'è solo l'infinita bellezza dell'Arte da esplorare e tradurre in forme ,con la consapevolezza che anche il nostro lavoro avrà il suo peso in quel fronte comune che da più settori viene spontaneamente aggregandosi per controbilanciare mode deleterie e porre possibili argini ai malanni del nostro secolo“>. Questo scriveva Dalmazio Masini nel suo editoriale sulla prima pagina della rivista n.1 del lontano 1993, sono passati 17 anni ma la fiera volontà esposta in queste righe prosegue il suo cammino sempre viva e brillante di nuove acquisizioni.
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