Salendo, da Erba versa Canzo trovi un lago sulla destra,
abitato da oche e anatroccoli e tutto circondato di canneti.
L' acqua prende il verde dei monti e brilla al sole di oggi.
Ma devi arrivare in fondo al lago per poter imboccare la stradina che torna dalla riva destra verso Eupilio.
Parte dallo chalet abbandonato, che porta il nome del lago e che ancora fa la sua figura sullo sfondo dei monti, come una vecchia signora.
Anche la strada è in disuso, percorribile solo a piedi o in bicicletta,
tutta coperta di foglie, come avesse nevicato fiocchi di un bel giallo vivido.
L' asfalto quasi non si vede. Grazie alle foglie per questo.
Anche il rumore delle macchine non c'è, solo quello delle ruote attutito dal tappeto di foglie.
Ogni tanto un tronco, vecchi e grandi alberi caduti e messi lì, tra la strada e il lago a far da panchina, a servire ancora i passanti.
Ti ci puoi fermare e sederti, magari proprio davanti a una cappelletta costruita dal gruppo alpini, ad ascoltare.. niente.
Perchè il lago non ha onde, non ha voce, chiuso com' è tra i monti,
Bè, non proprio niente.. se si muove un pò l' aria il canneto mormora e gli alberi del bosco rispondono, come un' orazione in quella cappelletta.
Dopo un pò non è solo il canneto, o gli alberi, ci sei anche tu lì in mezzo, nel canto, e tutti i tuoi cari. Tutti.
Non andresti mai via.
Ma devi.
E alla fine riparti.
Le prime case, qualche barca alla corda in piccole insenature create apposta per loro indicano che la strada sta finendo,
e si arriva sulla statale,
dove ricomincia il traffico e il rumore.
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