Pubblicato il 22/12/2014 19:08:41
(da una suggestione di 'Io ti starei in pancia' della poetessa Narimi) Sei entrata dentro la pancia degli alberi per prendere con le forme della danza le posizioni delle dita nel fetale primordiale della luce, le mani tese a toccare dall’interno il grembo per sentire come mutano le voci quando fuori soffia con il fiato dentro il nulla il primo pianto della vita, immaginando il rapimento di una stella alla traiettoria di un destino. Così ritorni provocando un nuovo suono, un nuovo accordo per il canto di Natale e quando ancora spogli sono i rami al suo risveglio una madre già si annienta con i passi nel dolore e a piedi nudi sopra il coro delle foglie camminerai con la veste pellegrina di una sposa verso il legno di una casa costruita con i pali di una croce.
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