Vieni
Formica dorata
Formica dannata
ho aspettato ho avuto
mi basta mi avanza
nutrita a rifiuti avanzi di echi
i resti per me sono stati banchetti
vieni e accontentami
divisa — mi dicono — è meglio che zero
ma peggio di una e si può governare
vieni e scolpiscimi gli occhi e la mano
e un capello soltanto a sgranare il setaccio
la valigia è sulla scala pronta come me da sempre
mi dicono sia nata per questo — una valigia e una scala
entrambe lavate di fresco
Diranno che ho scelto
rispondi per me rispondi alla porta
diranno che ho perso rispondi per me racconta la lotta
valanghe a frammenti l’orrore e il piacere lo stesso vestito
un sussulto poi il conto ogni volta più alto
per un briciolo sordo già secco a metà
diranno che in fondo c’è altro
rispondi che al fondo c’è voce di tuono
rispondi che al fondo c’è spazio soltanto per una
diranno che ho avuto paura
rispondi che è vero
rispondi che vado con l’anima asciutta e il sangue lavato
rispondi che all’altra condanna ora scelgo la mia
Formica dorata
aspettami arrivo — il tempo soltanto di un altro belletto
intanto di’ loro che mento
e della sua barba ne feci una stola
e una corda per scendere il pozzo
e a ogni gradino un’impronta
e a ogni gradino una veste
ma ora — svestita piedi in aria
di’ loro che ora non è
di’ loro che è tardi
la fine è passata
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