Ho smesso questa guerra
mare fermo e zoppo richiuso come stagno
l’ho smessa senza resa né ritiro
Seduta osservo la sfilata degli uguali a passo corto
accelerano al punto da inciampare uno sull’altro e farsi monte
confusa in pieno sogno il intravidi
scambiai il mulino per la ruota e persi il pane
non sapevo la dose fiacca della fame e me ne cibai — ma non fui sola
e un giorno dopo l’altro vennero in molti
Qualcuno perse il senno un altro il turno
i mei vestiti usati persero linfa
e ignorando ancora l’urgenza del pudore
ne suturai le maglie con la pece per rivestirmi in fretta
ma troppo esile l’ordito e nuda e fredda m’inghiottì
e si fece rete
Era silenzio!
Cercandolo nel chiasso lo perdevo
spaventato come me di lui si rifugiava
la calca delle bocche strozzava l’aria
spiccai lontana dalla folla e mi distesi
E sono resa senza vittoria né sconfitta
i trattati di armi bianche ombre di rosso
li vedo sfilare uno sull’altro curvati e sghembi
dritta la strada e libera biancheggia
mi alzo senza vanto e allineo il passo
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