VENTO
Fan tremare lamiere
queste bordate di vento
che dicono del nord
e mentre sopra i prati
la frasca ondeggia
e addiaccia il farsi sera
nuvole grasse abbottano
nel cielo latte e cenere
Sulle labbra indurite
si posano a folate
polvere e firmamento
stelle cadute e lune
scese dai grattacieli
Vanno per l’aria
i trucioli del mare
che doravano
in braccio alla controra
quando un prodigio
d’indaco increspato
sovrasta il senso
ambiguo delle cose
Eppure so di esistere
in questa turbolenza
di stagione, io
distinguibile coccio d’universo
finito tra i parcheggi dei viali
Perfino il vento non sarebbe vento
se insieme a frasche nuvole e lamiere
non fossi anch’io
che come foglia tremo
IN SOTTRAZIONE
Ho fatto caso
e non è percezione
che il tuo parlare
è spesso in sottrazione
(togli quella camicia dalla sedia)
minimi inviti
da tenere in conto
(leva l’accappatoio da sopra il letto)
e nel ristagno
d’una vicinanza
(dovresti dimezzare le porzioni)
segue di getto
un monito alle spalle
(ed elimina qualche sigaretta)
Non discuto
gli appunti repentini
che mirano a perfette soluzioni
ma grido solamente
che già carente è l’orbita che passa
e che bada a tenerci fra le spine
se del tanto che era
rimane solo l’angolo con l’osso
quindi
non punzecchiamo più
col segno meno
questa vita
già smunta e dimidiata
CAROSELLO URBANO
La prima mossa scaglia
dentro un mattino lindo e pettinato
con le strade che sanno di cambusa
dove stipano andazzi e storie strambe
*
Tutto il mondo è paese
ma si palesa povero il paese
che ha ciuffi di gramigna sulle porte
mentre qualcuno canta
come se oggi fosse il paradiso
*
Si trascinano trolley di mattina presto
due cani che baruffano al guinzaglio
sbadiglia un filippino alla fermata
un vecchio è col barattolo d’urina
ed un podista sgamba sull’aurora:
il sole è basso
ma il giorno già s’è acceso
*
Tranquillo volge
il calpestio del corso
che sfiora un luccicore di vetrine
coi manichini calvi e bluse fini
Ma sobbalzano platani e scaffali
per il continuo strepito
di allarmi e di sirene
*
Sembra che la città cambi ogni giorno
calcomanie grattate un po’ alla volta
pezzi di storie duri da narrare
con l’inutile sapienza dei ricordi
Ma già qualcuno disse panta rei
senza la musica
che usciva dai drug store
Poesie vincitrici della prima edizione (2015) del Premio Letterario Nazionale indetto da LaRecherche.it: Il Giardino di Babuk - Proust en Italie
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