(inedito)
Quando il padre stringe il collo della madre
e la bambina guarda e la madre rovescia il collo,
tutto prosegue sulla linea di una domanda:
che succede?
L’incomparabile diviene comparabile a un
grido per la grossa onda del mare? Per il
coniglio appeso alle gambe posteriori in
attesa dello sbrego?
Il picchiare disastrato della bimba sulle
gambe del padre. Fermo.
Grida e grida.
Piccole mani a pugno, quelle, che si esercitano
per l’avvenire?
Può darsi che l’uomo smetta lasciando gola e
segni che diverranno violacei.
Ora silenzio, se non il respiro fitto-roco della madre,
e quello catalogato-rauco del padre.
Oh fiori, indescrivibili segni di speranza e
dolcezza, definibili occhi di bambina che
guarda e ricorda, balbetta le ingiunzioni
fuligginose del fu padre ordalico e i mali alla gola
della fu madre, ma non per i pollici che affondavano
nel suo collo, solo la lunga domanda: “Che succede?”
Ora il tutto tace e si rimprovera, tempo bastonato,
morto. A un passo, lì, dalla morte.
16 novembre 2015
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