Quell'ultimo sguardo appoggiato sull'uscio
prepara l'inverno, e la terra più nera
consuma la luce sopra il pianoro
insieme alla notte. Non si ferma il mare,
nella follia chiara degli occhi,
al rito di toccare con le mani
mi raccolgo nel suo viaggio d'acqua
stretta come il vischio addosso al pino
siamo una coppia salendo per gli dei
nell'unione perfetta dei corpi
tra le curve dell'8 dicembre
non esiste un giorno qualunque,
sappiamo se lei è qui che passa
se con la mano ascolta. La quiete che fa,
mescolata nell'aria, come sognando
si adagia sul ventre del tempio
che alza le vele e si annuncia:
È una nave, il tuo ospedale
che va verso una notte profonda
e qualcosa di grande, tutta per sè-
l'eternitá che nasce morendo
sull'albero come le foglie, ripeto,
inginocchiata nella stanza , d'argento,
tra i pezzetti di una mela, luminosa
era lì la monaca, la sposa del Bellaria-
leggerissima dopo le preghiere
dove il vento si ferma nell'orecchio,
con le sillabe azzurre tra le parole, e i fiori
in te, nessuna macchia- e simile a un vapore,
che il silenzio ha formato nella bocca
con l'ultima voce di una creatura amata
che ha lasciato il calco e il guscio,-
la diga delle lacrime di chi
non ha fatto in tempo a dire
il proprio nome con il corpo-
con la lingua di bambino, e la corona
dell'assenso per tornare a mani giunte
Tremava il tuo volto nella maschera d'acciaio
vibravo io, sgomenta, col respiro che reggeva
le frustate impresse a forza ed assistite
dentro i tuoi polmoni, è accaduto qualcosa
di drammatico, di fiati che si passano calore
come il tocco lieve degli uccelli, in quota
un soffio è stato il fiato, di una donna
intorno alla parole: " il cuore di suo padre
ha fatto un salto,
un drammatico salto positivo,
discendendo il fiume estremo di una vita,
che non conosco, dove nessuno arriva"
sull'alta cima è una voce sussurrata
che allarga con un battito il respiro
brillando nelle mani della notte:
sul pianoro dei tre pini c'è un'estate
che canta in fondo al cuore dell'inverno
il tempo di un segreto, che ora preme
per tornare con il seme delle onde
sull'albero da cui si vede il mare
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