Pubblicato il 05/11/2009 14:06:50
Da "Formazione del bianco", Manni, Lecce 2007
È profondo il costernarsi del cielo quando a spargerlo è un moto sotterraneo di mani limpide e ossa devote, piene di ciò che non hanno da dare.
Così passa una famiglia di cirri, inglobando la propria lontananza, e nessuno sa capire perché tanto si innamori la pelle alla mano che la lacera, il sangue all’ago che lo fa suppurare.
Solo la piccola Noemi impara a dire perché la sera sia tanto celestiale anche il dolore che addenta la carne.
Camminavo per la Tuscolana, tra palazzi contorti di fatica, e pini trasecolati di vergogna; il colore dei miei occhi era il vuoto delle automobili in sosta nel temporale. Dovette aspettare che sparisse alla vista anche l’ultimo braccio pietrificato nei revolver puntati tra i lampioni il migrante che ero, per tornare a galleggiare nel mondo.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 2 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Stelvio Di Spigno, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|