Chi sei – niente fretta
non sfilo la ruota
distratta per me al riprogramma
Chi sei – ora aspetto
non sfido mi affido
speranza o padella è rimasta nel sacco
Non spezzo il traguardo
rinnovo del taglio – paura divisa
Mercurio di orecchio − cancrena dell’occhio
o inverso nascosto lo stesso ululato?
Cadute abissali ogni volta più dense
ti chiedo perdono o regalo per dare
la torre o la trave o il martirio riposto nell’antro distorto?
Segnale da faro
sirena impigliata alle corde fricate
bloccate attutite in cerniere di denti
orecchie voltate e mani a ogni passo più ruvide e dentro
eppure mai freddo davvero
Chi eri e chi vuoi?
Arrocco di stelle-mucose
malate di notti schiarite per forza
rapprese in coaguli eterni di veli e ora ferme
suffissi ammuffiti in soffitte inchiodate alla stessa matassa
obliqua di fili e di ragni
Matrice che morde
matrice che nutre
Veleno e Torpore
stupita o stuprata − lo stesso prefisso
diverso ogni volta il tuo numero primo
ogni volta infinito stringato in giacigli spirali di blu sangue-morto
Dolore il tuo bacio
e più del tuo bacio
Dolore svelarlo
Alla gola asfissiata − mascella indurita
al cavallo del giogo e la giostra nebbiosa
ora scelgo – ora scendo
un giro un ritorno un tranello
e non basta e ora basta
e ora ferma ora afferro
quell’ultimo salto nel giro del mio pugno aperto
e la mano schiacciata
e la penna trafitta o il colore azzittito
il martello nel lago il coltello nel tempio − ora scendo
Ora tolgo − ora afferro
quel giro di ulivo e la quiete e la siepe
e il sepolcro al coperto
Nel fondo del pozzo
c’è il pozzo e ora io
nel fondo del pozzo c’è l’olio
e la lampada è qui
E ora scendo − chi c’è?
Per ogni suffisso un prefisso
e un numero nuovo per due case vecchie e nessuno di là
il filo interrotto nell’ago − ora scendo
Nel fondo del pozzo
c’è l’olio l’allume e il metallo
nel lago il martello − lo porto con me
che sia per il chiodo o la testa
un colpo alla cruna − uno squarcio alla panca
la melma del pozzo fu culla e la foglia del pollice avrà
ancora salti e sorrisi e gorgheggi di loto
Nel fondo del pozzo
c’è posto soltanto per me
Tutta Intera: altezza menzogna e barlume
che cada anche l’olio e s’interri il coltello
la lampada incendia e trafigge − ora scendo
Mi basta, Ora: il conto!
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